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Tagadà, Tarquinio gela l'Ucraina: “Carri armati poco utili”. La profezia che fa tremare l'Occidente

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Marco Tarquinio, direttore de L’Avvenire, è ospite della puntata del 25 gennaio di Tagadà, talk show di La7 condotto da Tiziana Panella, che vuole approfondire con il giornalista il tema della guerra tra Ucraina e Russia, toccando in particolare l’argomento dei carri armati che le forze occidentali stanno mandando a Kiev: “Un carro armato in condizioni belliche di battaglia può non avere più di 5 minuti di vita. Sono stato sottotenente dei carristi e sono tutte medaglie d’oro alla memoria… Basta un elicottero anticarro moderno ben dotato per far fuori un plotone di cinque carri armati. Fra i droni e armi satellitari i carri armati non sono fondamentali, vi ricordate i morti da parte russa di questa estate? Vi ricordate tutte le carcasse di carri russi? Sono tutti morti questi carristi sbattuti al fronte da Vladimir Putin. Bisogna saperlo che i carri sono importanti nelle battaglie e soprattutto in certi tentativi di tenere certi pezzi del territorio con un’orografia complessa, quindi nel Donbass possono essere utili. Non sono - sentenzia il giornalista - risolutivi in assoluto. Tutto questo è in previsione della grande offensiva di marzo della Russia. Bisogna capire quando arriveranno questi mezzi e quando si potrà muoverli”. 

 

 

“Gli ucraini - dice ancora Tarquinio - hanno una grande voglia, hanno ragione quelli che dicono che c’è una parte del popolo ucraino che si sta sacrificando, ogni giorno ci sono centinaia di morti, c’è una generazione cancellata, che non tornerà. Ho molto chiaro cosa soffrono quelli che vanno al fronte… Questa guerra di questo passo va inesorabilmente, come molti analisti cominciano a dire, verso la presenza sul terreno di uomini dell’Occidente, più di quelli che ci sono attualmente delle brigate internazionali”.

 

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