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Ucraina, "il tono Usa è cambiato". Nuovo piano sulla Crimea, cosa Fabbri

Giada Oricchio
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A poche ore dal vertice Nato a Ramstein, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a chiedere con insistenza i carri armati di ultima generazione per arginare l’aggressione russa, mentre Vladimir Putin ha tuonato: “E’ un’illusione dell’Occidente che Kiev vinca”.

Il direttore della rivista “Domino”, Dario Fabbri, in collegamento con il programma “Omnibus”, venerdì 20 gennaio, ha offerto la sua chiave di lettura sull’incontro di oggi tra gli alleati: sarà un “whatever it takes” in termini militari e finanziari per aiutare l’Ucraina a vincere o sarà l’accettazione di una lunga guerra di attrito?  “In queste settimane il dialogo tra Russia e Usa si è del tutto sfilacciato – ha spiegato Fabbri -. Gli americani poco prima di Natale erano sicuri di raggiungere un accordo con i russi, poi lo avrebbero spiegato agli ucraini. Ma dal Cremlino non c’è stata e non c’è alcuna intenzione di lasciare i territori annessi, Crimea esclusa”. I colloqui sono deragliati e la Russia non parla direttamente con il governo di Kiev perché considera l’Ucraina “una provincia del vecchio impero”.

L’analista geopolitico ha quindi rivelato perché il tono dell’amministrazione Biden è cambiato rispetto a un paio di mesi fa: “Se prima di Natale consigliavano agli ucraini di non attaccare il territorio russo o sottolineavano di essere all’oscuro di certe offensive come quella al ponte di Kerch, in queste ore gli americani sono tornati a ribadire che la Crimea è ucraina e che, prima o poi, dovrà tornare a Kiev”.

La mancanza di uno spiraglio di tregua o quantomeno di “congelamento” della guerra ha spinto gli Stati Uniti a sollecitare di nuovo gli alleati europei, in particolare la Germania che produce i panzer Leopard 2 agognati da Kiev. “Sono i più efficaci in commercio ma al momento i tedeschi non ne vogliono sapere – ha osservato Fabbri -. Anzi a Davos, Scholz ha fatto un inedito passo avanti dicendo: ‘li manderemo quando gli americani manderanno i loro”. Questo è il nodo più grande al momento. In attesa della primavera quando Putin darà ordine di ammassare un milione di uomini alla frontiera per una nuova offensiva su grande scala in Ucraina.

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