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L'aria che tira, Fausto Bertinotti fa il funerale al Pd: condannato a sparire

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Quello del Pd non è neanche un congresso, mancano le idee per il futuro e manca pure il popolo che dovrebbe scegliere quelle migliori. Fausto Bertinotti torna a sparare alzo zero sul Nazareno mentre il Partito democratico scivola verso l'irrilevanza nei sondaggi e la tanto discussa "rinascita" si traduce via via in una lotta per la leadership. Lo storico segretario di Rifondazione comunista lunedì 9 gennaio è ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira e si dice interessato al dibattito interno dem "come cittadino italiano" ma ammette che la discussione è priva "di qualunque interesse politico". 

 

"Io non capisco come il Pd non si avveda che il suo declino è inesorabile, lo dicono anche i sondaggi. Il Pd è arrivato al 15 per cento" afferma Bertinotti secondo cui se continua così il partito oggi traghettato da Enrico Letta verso le primarie "può scomparire domani. È scomparso il Partito socialista francese, la stessa sorte può toccare al Pd".

 

Dal punto di vista politico "non vedo nessun elemento di rottura, quello che si sta facendo non si chiama neanche congresso - argomenta l'ex ministro - I congressi quando erano veri si facevano così: si presentava un documento strategico e si chiamava un popolo a partecipare. Ora non c'è né il dibattito né un popolo". 

 

Nella sua evoluzione politica, Bertinotti è finito a parlare spesso di Chiesa cattolica e suggerisce ai dem una "rottura" come quella delle dimissioni di Benedetto XVI: "Anche nella Chiesa millenaria è stato possibile un atto di rottura rivoluzionaria come quella di un pontefice che si dimette mettendo la sua fragilità contro il potere, e chiedendo un nuovo corso che infatti arriva con Papa Francesco", afferma. "Non dico che si debba imitare" Ratzinger, "ma neanche lo spunto di capire che ci vuole una forma di rottura per rinascere...".  Altrimenti resta solo "il declino e l'esaurimento". 

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