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Conte a Cortina, Sallusti distrugge l'avvocato dei poveri: ipocrisia a 5 Stelle

Giada Oricchio
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Le lussuose vacanze invernali di Giuseppe Conte hanno suscitato una forte polemica. Il presidente del Movimento 5 Stelle, accorato difensore del Reddito di cittadinanza, è stato fotografato (scoop di Dagospia) in compagnia della fidanzata Olivia Paladino al Grand Hotel Savoia a Cortina, luogo prediletto di manager importanti e vip. In molti si sono chiesti se sia opportuno che l’avvocato del popolo, come ama definirsi Conte, si comporti alla stregua di un “comunista con il Rolex?” o se sia libero di trascorrere il tempo libero dove meglio crede. Al dibattito ha dedicato un editoriale, il direttore del quotidiano “Libero”.

Scrive Alessandro Sallusti: “Il problema, sia ben chiaro, non è svacanzare a Cortina a 2500 euro al giorno, esclusa la cena. (…). No, Giuseppe Conte a Cortina che festeggia il capodanno insieme ai miliardari di mezzo mondo non è uno scandalo in sé e mi viene da dire beato lui, immagino si sia trovato perfettamente a suo agio, da buon avvocato di affari è abituato a frequentare bella gente e bei palazzi”. E allora cosa stona? “A farmi una certa impressione è l'altro Conte, quello che vuole farci credere di essere un novello San Francesco alle prese con la missione di annullare le diseguaglianze sociali quando lui le sue di "diseguaglianze" se le tiene bene strette e le mette in pratica per cui potendo scegliere capodanno a Cortina è assai meglio che a Scampia”.

Sallusti si dice “non sorpreso” perché “l'anima dei Cinque Stelle è quella cosa lì, un mix tra ipocrisia, invidia e arrivismo che si è fatto politica cavalcando la disperazione della povera gente”. E ancora: “Di giorno barricati in parlamento a pontificare a favore di telecamera contro i ricchi "evasori e corrotti che sono tutti da arrestare" poi, chiusa la bottega, via di corsa a Cortina a immergersi in quello stesso mondo evidentemente non così cattivo e infrequentabile”. E così ricorda l’ex presidente della Camera Roberto Fico che il primo giorno andò in ufficio in bus, il terzo era già sull'auto blu, la stessa che utilizza ancora oggi nonostante non sia neppure più deputato oppure Luigi Di Maio “partito al fianco dei gilet gialli francesi e atterrato nei marmi bianchi della Farnesina”.

Il direttore chiude con un sberleffo all’ex premier definendolo “San Conte da Cortina” e lo invita ad ammettere che “la ricchezza non è un male né una colpa, va rispettata e difesa”.

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