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Tagadà, Vespa inchioda la Banca d'Italia sul reddito di cittadinanza: "Non li riguarda"

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Il giornalista già direttore del Tg1 Bruno Vespa, ospite di Tizana Panella a Tagadà su La7 nella puntata di martedì 6 dicembre, commenta le parole di Fabrizio Balassone, capo del Servizio Struttura economica della Banca d'Italia, sulla manovra economica del governo Meloni. In particolare Vespa si dice stupito dall'"attacco frontale sul reddito di cittadinanza, una materia che non dovrebbe interessare l'istituto". 

 

 

"In linea di principio credo che la cosa più corretta sia il rispetto dell'autonomia della Banca d'Italia. Dopo di che io mi sono un po' sorpreso del fatto che la Banca d'Italia sia entrata nel merito perfino del reddito di cittadinanza che non c'entra niente con loro. La Banca d'Italia si occupa di questioni economiche non di quelle sociali. È scappata pure a loro un po' la frizione" commenta Vespa. "Avrebbe potuto dire: una manovra prudente, in linea con le raccomandazioni europee (tanto è vero che Giorgia Meloni prima di vararla è andata in Europa) però non ci piace il contante, non ci piace questo o quest'altro. Avrei lasciato da parte il reddito di cittadinanza. È stato visto un po' come un attacco frontale al quale è stata data una risposta molto dura" prosegue il conduttore e ideatore di Porta a Porta.  "Poi siccome il governo non deve e non può litigare con la Banca d'Italia è arrivato il comunicato distensivo. La Banca d'Italia non è nostra Signora, di errori ne ha fatti tanti. Una persona che io stimo profondamente che è Carlo Azeglio Ciampi mandò al macero migliaia di miliardi nel 92 in difesa della lira che non servì a niente. Allora lo vogliamo crocifiggere? Sbagliò ma lo fece in buona fede" conclude il giornalista. 

 

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