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Soumahoro, colpo basso di Boldrini: "Anche nel centrodestra...", gelo in radio

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La sinistra non sa più come cavarsi d'impaccio sul caso sollevato dall'inchiesta della procura di Latina sulle cooperative gestite dalla suocera di Abubakar Soumahoro. In poche settimane siamo passati dall'arrampicata sugli specchi al colpo basso. Un esempio? Laura Boldrini - che anni fa, tra l'altro, premiò la donna come imprenditrice dell'anno... - è intervenuta a Un giorno da Pecora, su Radio 1 Rai, buttando la palla della polemica in tribuna, anzi sul campo del centrodestra. Il caso Soumahoro? "La situazione che emerge su sua suocera è terrificante, dopo di che lui non è indagato e non è parte di quella cooperativa. Ci sono anche altri politici che hanno parenti con problemi con la giustizia" afferma senza colpo ferire nella trasmissione condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. A chi si riferisce l'esponente del Pd? Lo spiega lei stessa: a Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia "che ha avuto il fratello che è stato arrestato".

 

I conduttori fanno notare all'ex presidente della Camera che, al contrario dell'esempio da lei fatto, nel caso Soumahoro il tutto è legato alle lotte che hanno sempre contraddistinto il sindacalista diventato deputato: "Ed è per questo che è grave, di fronte ad un evidente caso come quello della sua suocera non ha fatto sentire la sua voce, questo è un neo pesantissimo", afferma senza entrare nel merito del parallelismo. "Se dal punto di vista penale non risultano responsabilità non ritengo plausibile che lui non sapesse, mi sembra difficile", afferma Boldrini ammettendo in pratica che Soumahoro non poteva non sapere.  Su Donzelli, è bene ribadire che il parlamentare di FdI ha smentito legami tra il fratello e la sua attività politica, oltre che con il partito: “L’amore fraterno è l’unica cosa che unisce me a questa vicenda“, aveva spiegato a suo tempo. 

 

Tra gli aspetti grotteschi della vicenda legata alle coop, ha destato stupore la difesa del sindacalista per gli outfit della moglie, giustificato come "diritto all’eleganza". "Espressione infelice che non si capisce cosa voglia dire. Anche se non sappiamo se quegli oggetti lì siano davvero di lusso, magari erano finti", è il tentativo di Boldrini di ridimensionare il tutto. Ma è eticamente giusto per una persona di sinistra acquistare beni di lusso come, ad esempio, una borsa da duemila euro? "Io non l’ho mai comprata, non si possono spendere quelle cifre per una borsa, un marchio non può costare così tanto, bastano 200 euro per una borsa", afferma la dem spiegando che "si possono prendere delle belle scarpe anche a 100 euro. Per principio cerco di evitare le cose di marche ma se proprio devo farlo la prendo in saldo" spiega Boldrini. 

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