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L'Aria che Tira, Ovadia condanna l'Occidente: “Tutti contro Putin, poi silenzio sul massacro curdo”

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L’attore Moni Ovadia è tra gli ospiti dell’edizione del 1 dicembre de L’Aria che Tira, il programma televisivo di La7 che vede Myrta Merlino alla conduzione. L’approfondimento del giorno è sulla guerra tra Russia ed Ucraina e le differenti posizioni all’interno della politica italiana sul tema: “Credo che Giuseppe Conte dia voce a un pezzo di paese, quelli contro chi dice solo armi, armi, armi e niente diplomazia. Questa è una guerra nata molto tempo fa e da interessi economici e geostrategici. In questa guerra la democrazia c'entra meno che niente, tutto questo si fa sulla pelle degli ucraini. Se fosse una questione di democrazia, le armi verrebbero mandate in grande quantità al povero popolo curdo, che soffre i massacri di Erdogan, che non è molto diverso da Vladimir Putin. L'unica diversità è che Erdogan è nella Nato, è amico dell’Occidente. La Nato - sbotta Ovadia - da molto tempo ha subito numerose mutazioni, l’atlantismo è un ferro vecchio. Se non si capiscono le origini delle guerre e le motivazioni profonde faticosamente si arriverà alla pace”.

 


“Qual è l’alternativa all’invio di armi? Credi davvero che si possa aprire un tavolo con Putin in questo momento?” la duplice domanda di Merlino all’artista: “Io credo che si possa sempre aprire un tavolo di trattative. Il problema è - sottolinea Ovadia - da quale prospettiva e da quale orizzonte si vuole aprire un tavolo. Se lo si vuole aprire dicendo a Putin che è tutta colpa sua, che è un criminale, un delinquente, stai zitto e fai quello che diciamo noi, questa non è una trattativa. Putin ha le sue ragioni che io non condivido, sono ragioni di potere e geostrategiche. Sono capitalismi che si confrontano, io vengo criticato perché sono comunista e sembra che voglio difendere la Russia, ma la Russia è come gli Usa, un sistema iper-capitalista. Mi guardo bene dal difendere quel sistema…”.

 

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