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Otto e mezzo, Sallusti su Meloni e la stampa: quando le querele erano di altri premier...

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A Otto e mezzo si parla del rapporto tra potere e informazione con Lilli Gruber che spiega come quello del giornalismo politico è uno "sport di contatto". Il direttore di Domani, Stefano Feltri, critica la scelta della presidente del Consiglio di querelare il suo quotidiano per un articolo di Emiliano Fittipaldi riguardante una segnalazione da parte di Giorgia Meloni al commissario Covid Domenico Arcuri sulla disponibilità di un imprenditore a fornire mascherine durante la pandemia. "Ci ha querelato perché abbiamo scritto che è stata una raccomandazione", spiega il giornalista secondo cui il caso è preoccupante perché ora la leader di FdI è a Palazzo Chigi. "Quando diventa più potente decide di andare fino in fondo", dice Feltri. A commentare la vicenda c'è anche Alessandro Sallusti, direttore di Libero. "Se Meloni mi chiedesse un consiglio le chiedei di ritirare la querela, che è stata fatta quando lei non era presidente del Consiglio". 

 

"Io sono stato querelato da diversi primi ministri di sinistra, non mi sono mai lamentato e non ho mai frignato, ma non è una bella prassi ", spiega Sallusti. Tuttavia, se la "querelante è Meloni si apre un caso, quando i querelanti erano altri..." afferma il giornalista che ricorda quando è stato arrestato per l'omesso controllo di un articolo "e non mi è sembrato che lo sdegno della categoria fosse arrivato a questi livelli".

 

All'epoca Sallusti ricevette la grazia dall'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano. "Dopo quaranta giorni di carcere..." commenta il direttore di Libero con Gruber che lo corregge: "Non proprio di carcere". "Agli arresti domiciliari, una passeggiata... - replica col sorriso Sallusti - Se mettono Feltri ai domiciliari l'Italia scenderebbe in piazza, e lo farei anch'io" conclude il direttore. 

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