Saviano ora fa la vittima, annulla tutti gli eventi: "Contro di me squadrismo"
Roberto Saviano fa un passo indietro. Dopo l'entusiasmo che lo ha portato a tornare a Piazzapulita, dove fece le prime dichiarazioni che gli hanno fatto guadagnare la querela di cui si lamenta, per sfoggiare la sua arringa difensiva e per ribadire che ripeterebbe quelle parole anche adesso, con una lettera oggi, si lancia nel vittimismo e annuncia l'annullamento dei suoi prossimi eventi.
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"Vi scrivo questa lettera con molta fatica e gran dispiacere. Per me questa è una fase difficile, portato a processo da tre ministri di questo governo: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il vicepresidente o Matteo Salvini, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Il ministro della Cultura mi ha poi minacciato nuovamente, di altro processo, per le critiche rivolte recentemente a lui; Salvini invece si è costituito, a sostegno di Giorgia Meloni, parte civile nel processo a mio carico. Ben cinque le azioni giudiziarie pendenti da parte di ministri di questo governo. Chiunque, al mio posto, ne sarebbe paralizzato" scrive Saviano che non perde occasione per attaccare chi non gli dà ragione parlando di squadrismo quotidiano. "I giornali di estrema destra, in alcuni casi pagati direttamente da esponenti della maggioranza parlamentare, stanno facendo uno squadrismo quotidiano: io sono sulle loro prime pagine ogni giorno, attaccato nella maniera più bassa e vile, senza che io sia davvero schermato da quella che dovrebbe invece essere una opinione pubblica “amica”; con me anche i garantisti professionali smettono di esserlo. Da un lato c’è un comportamento feroce, di diffamazione, di isolamento, dall’altro prudenza, distinguo, precisazioni, paura, silenzio per convenienza. Questo genera solitudine. Per fortuna so che non sono solo: sento la solidarietà di chi mi legge, di chi sostiene le idee che esprimo e di alcuni dei miei colleghi, i più coraggiosi (pochi, tra gli scrittori, lo sono). La sento e ne sono preoccupato, perché temo seriamente che chi mi è vicino sia oggetto di vendette trasversali. Non voglio certo votarmi alla solitudine, ma sento di dover proteggere chi non ha scelto il mio percorso, ma desidera starmi accanto. Mi trovo, quindi, a dover annullare gli incontri che avevamo organizzato". Il vittimismo di Saviano non finisce qui: oltre a puntare il dito contro chi non lo ha difeso, tenta di giustificare la sua scelta di annullare gli eventi per evitare di esporre chi lo avrebbe ospitato. Si tratta della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e di un incontro con gli studenti per presentare il suo libro “Solo è il coraggio” su Giovanni Falcone.
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"Settimane di attacchi continui, per timore di esporvi, di esporre chi mi ospita: responsabilità, questa, che sento gravosissima. E la sento tanto più perché vedo la lontananza siderale di chi, da posizioni di forza, potrebbe schierarsi, esprimere un’opinione e invece tace. Rinuncio adesso perché vivere in queste settimane occasioni pubbliche, per me, è difficile. L’esposizione fisica preoccupa me e chi mi sta attorno perché l’odio è tangibile e non esiste alcuno scudo: chi dovrebbe difendere spazi di libertà e democrazia è impegnato a nascondere le macerie di un percorso politico, culturale e intellettuale che non ha saputo creare ponti, ma solo disgregazione. Mi dispiace immensamente per questa occasione mancata, mi dispiace perché per me incontrare lettrici e lettori, studentesse e studenti è ossigeno vero. Ma quello che sta accadendo a me, e attraverso la mia esperienza anche a voi, non consente di poter andare avanti come se nulla fosse, impone una riflessione" conclude Saviano.