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Il Pd prende schiaffi pure da Murgia: l'opposizione la facciamo io e Saviano

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Il Partito democratico ormai prende schiaffi da tutti, pure dai personaggi che i dem hanno coccolato per anni e innalzato a loro paladini. A dedicare sulla Stampa una paginata traboccante indignazione nei confronti del segretario - almeno fino al congresso - Enrico Letta è la scrittrice Michela Murgia. Stavolta le campagne lessicali sul genere non c'entrano. La lettera che scrive al leader dem è un fuoco di fila di accuse e recriminazioni. 

 

"Caro Enrico Letta, non ci siamo mai incontratə come persone", scrive Murgia usando come di consueto lo schwa, il carattere del "linguaggio inclusivo" per riferirsi a persone di diverso genere. "È al segretario del Pd che scrivo questa lettera pubblica per fare una sola domanda", si legge nella missiva che fa riferimento alla norma anti-rave che in realtà colpirebbe, a detta di Murgia, "qualsiasi espressione pubblica di dissenso collettivo a discrezione delle questure". Il fatto è che il presidente della Repubblica ha firmato il decreto, ma alla scrittrice preme un altro aspetto della vicenda. "Sulla prima pagina di un giornale ho letto il titolo 'Mattarella sconfessa Saviano e la Murgia'. È spontaneo chiederle: perché ci sono il mio nome e quello di Saviano, invece che il suo o di qualcun altro dell'opposizione? Perché siamo noi quelli che i capi dell'estrema destra espongono alla rabbia della loro base sui social media? Come mai la destra si comporta come se la sua opposizione fossero gli intellettuali, invece che gli avversari politici seduti in parlamento?", è l'"unica domanda" che Murgia voleva fare a Letta. 

 

Naturalmente, la scrittrice una risposta ce l'ha.  "È brutta, ma evidente: non state facendo il vostro lavoro e noi ci ritroviamo nostro malgrado a farlo al posto vostro - si legge nella lettera intitolata "Caro Letta, dicci qualcosa di sinistra" - In questo vi siamo anche comodi. Basta l'atto di prendere posizioni pubbliche contro il nuovo fascismo governativo per essere associati a voi, il soggetto politico che per eredità storica dovrebbe essergli antagonista, tanto che ad alcuni sembra persino che siate voi, attraverso le nostre voci, a prendere posizione. Invece non è così: siete troppo impegnati a giocare al vostro Risiko interno, un congresso che nella migliore delle ipotesi tirerà fuori una faccia pulita in cui la base può ancora credere, ma che avrà dietro il solito verminaio di piccoli potentati a reggere i veri fili".

 

La missiva prosegue con i soliti allarmi sul pericolo democratico e attacchi al Partito demicratico "che sussurra dove dovrebbe gridare" mentre chi fa la varea opposizione, è il teorema di Murgia, si prende le shitstorm come capitato a lei e a Roberto Saviano. Plaude a Soumahoro che sale sulle navi delle Ong ma attacca il Pd che per anni ha votato il finanziamento "ai torturatori libici che chiamavate 'guardia costiera'", e giù una bordata via l'altra. 

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