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Cartabianca, Conte scatena la furia su Mieli: “Piddino sfegatato in preda a una furia bellicista”

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“Se ci consentissero di votare voteremmo no all’invio delle armi all’Ucraina”. È un discorso chiaro quello di Giuseppe Conte sulle forniture militari a Kiev pronunciato nel corso della puntata dell’8 novembre di Cartabianca, il talk show di Rai3 condotto da Bianca Berlinguer, che si trasforma in un ring per una contesa con Paolo Mieli. “Lei lo chiede questo voto? È un’altra cosa per rompere le scatole al Pd, per farli spaccare” interviene il giornalista ed ex direttore del Corriere della Sera, che manda in tilt il leader del Movimento 5 Stelle: “Lei stasera è diventato un piddino sfegatato, sembra che io sto qui a voler fare male al Pd. Io invece sto tutelando un’azione politica chiara e cristallina, alla luce dei valori e dei principi del M5S. Se il Pd è a fianco a noi a me fa piacere, se io devo deformare, annacquare e compromettere la mia azione politica per andare incontro al Pd non lo posso accettare”.

 

 

“Sulle armi all’Ucraina eravate insieme all’inizio, è lei che ha cambiato idea” gli fa notare Mieli. L’ex presidente del Consiglio va avanti: “Sin dall’inizio noi siamo stati quelli del no al riarmo e di lì è nato un forte contrasto con il governo Draghi”. “Scusate devo chiudere” ferma tutto Berlinguer, “Ci faccia fare un altro po’ di dialettica” chiede Conte. La giornalista è però costretta ad interrompere lo scontro tra i due: “Io vi terrei qui un’altra mezz’oretta, ma come faccio? Aspettano di essere chiamati”.

 

 

Quando il faccia a faccia nello studio Rai sembra ormai accantonato Mieli ribolle ancora: “Mi va il sangue al cervello su questa cosa delle armi”. Il grillino non arretra: “Lei deve rispondere anche delle generazioni future, quello che stiamo facendo sta compromettendo anche il futuro”. “Io penso che le armi all’Ucraina avvicinino la pace” sentenzia l’editorialista e Conte poi esagera: “Lei è in preda a questa furia bellicista. Ma qual è la via di uscita? Lei può garantire ai telespettatori che non ci sarà una deflagrazione nucleare? Non può garantirlo. Perché vuole che tutti condividano il rischio che lei vuole correre?”. “Non è un rischio”, sentenzia Mieli, convinto che si arrivi alla pace. Berlinguer pone fine al siparietto, con i due contendenti che sarebbero potuto andare avanti per ore.

 

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