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Confindustria, lamentela di Bonomi con il governo: “Dove è finito il taglio del cuneo fiscale?”

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“Fare presto ma fate bene, con provvedimenti ben scritti tempestivi, mirati, ben scritti”. Il monito arriva dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dal palco dell’Assemblea di Federmeccanica ricordando il caso della norma sugli extraprofitti invocata dai sindacati. “Quando si parla di extraprofitti ricordo che l’Italia è l’unico paese Ue che ha questa norma”, spiega guardando piuttosto al regolamento che l’Ue vorrebbe mettere in pista per disciplinare la questione: “Cosi com’è scritta la norma non funziona e ricordo che i primi ad aver detto che c’era una speculazione sul mercato energia è stata Confindustria”.

 

 

Bonomi ha poi chiesto al governo Meloni delle misure sulle tasse: “Il taglio del cuneo fiscale non c’è e abbiamo visto che si vuole fare una spending rewiev che in tre anni possa portare circa 4 miliardi, ma non è questo quello che noi auspichiamo. Noi auspichiamo una revisione seria della spesa pubblica, 4 - 5% su oltre mille miliardi, dovrebbe consentire di avere quelle risorse per fare un taglio serio e strutturale del cuneo fiscale”. Il numero uno degli industriali italiani ha rinnovato la proposta che gli imprenditori hanno avuto modo di mettere sul tavolo dello scorso governo: “La nostra proposta è 16 miliardi, sotto i 35 mila euro di reddito, due terzi a favore dei dipendenti, un terzo a favore delle imprese, vuol dire mettere in tasca 1200 euro in più a ogni dipendente”.

 

 

“Se si parla di alleanza, Confindustria ha sempre dato la massima disponibilità, ma ci vuole la volontà di farla veramente. Il problema non è chiamarlo Patto o non Patto, ma è quale futuro vogliamo disegnare per il Paese. Se vogliamo discutere nel merito siamo pronti, è due anni che siamo pronti”, ha proseguito ancora Bonomi, che sollecita però “se vogliamo fare le alleanze la necessità di sedersi al tavolo e confrontarsi. Ma la realtà è che con i governi precedenti qualcuno ha pensato di poter avere dei vantaggi parlando direttamente, perché magari c’era qualche ministro ideologicamente spostato da quella parte”.

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