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Vittorio Feltri disintegra le proteste degli ecologisti: “Deliri e furia verde contro le ambulanze”

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“La questione climatica ha ormai generato una sorta di isteria collettiva, purtroppo acuta”. È questo l’incipit dell’articolo di Vittorio Feltri apparso sull’edizione del 2 novembre di Libero. Il fondatore del quotidiano milanese se la prende con le proteste ambientaliste: “Ora, sulla scia dell’ambientalismo modaiolo nato con Greta Thunberg, nascono nuovi mostri, ovvero i vandali e i terroristi del clima, i quali imbrattano con salsa di pomodoro, zuppa, purè di patate e altri intrugli o intingoli opere d'arte dal valore di svariate decine di milioni di euro. Distruggere non è una buona maniera per compiere qualcosa di costruttivo e neppure per catturare attenzione. Chi si dedica alla devastazione del patrimonio artistico che appartiene alla umanità intera non è che un criminale, al quale il soggiorno in galera non può che giovare”. 

 

 

“I tutori del clima - prosegue Feltri - vorrebbero mettere al bando automobili, industrie, allevamenti, intanto campano proprio come noi e non come uomini delle caverne. E, come se non bastasse, pretendono di insegnarci a rispettare la Natura mediante questi atti non soltanto irrispettosi ma anche sintomo di disprezzo totale nei confronti della umanità tutta. Tuttavia il fatto più clamoroso che ci fornisce la misura di quanto gli ecologisti odierni abbiano smarrito il senno e rappresentino un rischio per la pace, l'ordine e la nostra incolumità, è accaduto in Germania, precisamente a Berlino, dove gli attivisti di ‘Last generation’ hanno paralizzato il traffico impedendo anche che una ciclista finita sotto un tir e per questo in fin di vita venisse soccorsa. E, a quanto pare, il ritardo dei mezzi di pronto intervento ha determinato l'aggravarsi delle condizioni della ferita”. Una vicenda che ha poco a che fare con la difesa del clima e che è al limite del delirante secondo Feltri.

 

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