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Roy De Vita smaschera l'opposizione sul Covid: "Bene il reintegro dei medici no-vax"

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Il primario della Divisione di Chirurgia Plastica dell'Istituto dei Tumori di Roma Regina Elena, Roy De Vita, con un video sui social spazza via le critiche sul reintegro dei medici non vaccinati. De Vita, medico vaccinato, afferma di essere stato sempre contrario alle coercizioni e spiega perché, di fronte a un'emergenza, le persone non si soffermerebbero a chiedersi se il medico che li sta curando è vaccinato o meno ma vorrebbero solo essere salvate e curate. 

"Su Twitter, la più arrogante e snob delle piattaforme social, da quando si è capito che si va verso il reintegro dei medici non vaccinati negli ospedali si è scatenata una carrellata di commenti negativi contro questa decisione. Ho sempre detestato qualsiasi forma di coercizione e l'obbligo e da vaccinato ho sempre difeso la posizione di chi non ha voluto farlo. Ho trovato aberrante il provvedimento di sospensione e sono contento che si stia mettendo riparo con il reintegro.  Dal momento che il provvedimento era stato annunciato dal programma dell'On. Meloni e da Fratelli d'Italia è evidente che i commenti negativi appartengono tutti all'opposizione" sottolinea il professore. "Alcuni sono legati a una presunta ingiustizia che sarebbe stata quella che adesso i no-vax sarebbero equiparati a chi invece il vaccino lo ha fatto: questo sta accadendo in tutto il mondo e oltretutto mi sembra che un prezzo per la scelta di non fare il vaccino sia stato già pagato da questi medici, e anche abbastanza alto. Molti commenti negativi riguardano persone che continuano a gridare al fascismo ma poi vorrebbero che i medici riabilitati fossero addirittura individuabili, come figli di un Dio minore. Come una spilla per renderli riconoscibili. Allora dico: ma perché non un tatuaggio?" prosegue nel video.  

"Il leitmotiv è: io non mi farei mai curare da un medico no-vax. Cari signori, questa affermazione clamorosamente sciocca lascia evincere una sola cosa: vi sentite immuni dalla malattia. Siete convinti che ammalarsi sia una cosa che possa accadere solo agli altri a voi no. Faccio il medico da 41 anni e sono figlio di un medico: mio padre mi ha insegnato il rispetto per i malati,  l'importanza di essere medico e il privilegio di poter curare gli altri. Sono primario in un istituto di tumori da almeno 20 anni e sono a contatto con i malati quotidianamente: quello che mi sorprende non è quanti malati ci siano ma quante persone che stanno bene ci siano. Ammalarsi è facilissimo, cosi come morire per una malattia o per un trauma.  E morire non piace a nessuno. Vi do una notizia: se mai vi dovreste trovare in una condizione di vera emergenza ovunque vi troviate, da un pronto soccorso o sul ciglio di una strada, sappiate che la vostra voglia di vivere non vi farà fare nessuna distinzione tra un medico vaccinato e uno non vaccinato. Chiedereste solo di essere curati e salvati e io vi auguro di essere curati e salvati e vi auguro di non dovervi trovare mai in quella situazione perché so di avere ragione e non sono interessato ad avere controprove. E mi auguro di non sentire più queste sciocchezze che sono solo la vostra spilla di riconoscimento" conclude.  

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