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Tagadà, Molinari sull'incontro tra Meloni e Macron: “Un capolavoro diplomatico"

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L'incontro tra il Presidente francese Emmanuel Macron e il Presidente italiano Giorgia Meloni è stato un capolavoro diplomatico. Ad affermarlo è il direttore de La Repubblica Maurizio Molinari che parlando con Tiziana Panella, durante la trasmissione Tagadà su La7, spiega perché questo incontro sia stato un test di collaborazione tra i due molto serio. 
 


"Io credo che stiamo parlando di un capolavoro diplomatico. Non c'è nessun dubbio che per Meloni la Francia è il Paese più problematico. Se teniamo presente le dichiarazioni che lei ha fatto come leader di Fratelli d'Italia molto spesso sono arrivate critiche anche molto aggressive a Parigi. Il punto vero è che nel momento in cui Giorgia Meloni diventa presidente del Consiglio eredita le scelte di Draghi che in chiave europea sono di coincidenza, se non di strettissima alleanza con la Francia. Secondo me c'è stato un lavorio molto attento di preparazione, io non escluderei anche un ruolo del Quirinale, dove da una parte si sono trovati gli interessi della Francia di rinnovare o tentare di rinnovare l'intesa che c'è stata con Draghi e dall'altra parte il bisogno della Meloni di partire con il piede giusto in Europa. In questo momento, a causa della debolezza tedesca, la nazione più forte è sicuramente la Francia" spiega Molinari.  

Il direttore sottolinea poi come questo incontro sia stato un test di collaborazione molto serio. "La Francia ha avuto, rispetto all'elezione di Meloni, due binari: quello dell'Eliseo, della real politik, e quello del Governo francese che ha posto subito la questione dei diritti. Ovvero che l'Italia, a causa dell'appartenenza della Meloni ad un partito conservatore europeo, finisse per schierarsi con le posizioni della Polonia sul tema dei diritti che è molto divisivo all'interno dell'Ue. Quindi ci sta che il Presidente francese, anche se in maniera occasionale nella cornice di Sant'Egidio, verosimilmente ha portato un messaggio di preoccupazione e di invito a ragionare sul fatto che è più nell'interesse dell'Italia essere vicina a Parigi che non a Varsavia o a Budapest" conclude Molinari.  

 

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