Berlusconi, sospetto di Giletti: chi c'è dietro l'audio. Il dettaglio che nessuno ha notato
A chi giovano gli audio rubati di Silvio Berlusconi? È caccia ai sospettati per l'uscita dei file pubblicati dall'agenzia LaPresse che sono esplosi nei giorni più delicati della composizione del governo. Massimo Giletti, nel corso della puntata di giovedì 20 ottobre de L'aria che tira, su La7, focalizza la sua attenzione su un aspetto inedito della vicenda. Il presidente di Forza Italia è un esperto comunicatore, sottolinea il giornalista e conduttore di Non è l'Arena, e quando dice "mi raccomando che quest'audio non esca" sa benissimo che accadrà il contrario, ossia che le sue parole filtreranno all'esterno.
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"Berlusconi quelle cose le pensa, dirle oggi in questo contesto politico ha un solo obiettivo", spiega Giletti, ossia intervenire nella contrapposizione tra le correnti di Forza Italia. Un "colpo" a quella di Antonio Tajani in favore di Licia Ronzulli. "Poco dopo infatti Tajani è uscito con una nota..." dice il giornalista secondo cui c'è uno scontro interno in Forza Italia. E lo stesso Berlusconi aveva interesse che l'audio delle polemiche filtrasse.
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"Sapete com’è avvenuta la cosa della Russia? Anche su questo vi prego, però, il massimo riserbo. Promettete?" dice il Cav nell'audio della riunione dell’assemblea di Forza Italia alla Camera. Poi qualcuno ha rotto il riserbo. "Berlusconi non è nuovo a queste forme di comunicazione", spiega ancora Claudio Brachino, giornalista a Mediaset per lungo tempo. "Non c'è la prova", ma il sospetto di Gilettti è plausibile. "È un tipo di comunicazione politica brutale e moto forte". E gli applausi dei parlamentari di Forza Italia alle parole del Cav? "La piaggeria è una componente dell'animo umano, ma ci sarà stata anche una certa condivisione". In sintesi, "ha ragione Giletti, viene messo in difficoltà Tajani, numero due di un partito di un leader che ha detto quelle cose. È la prima vittima" argomenta Brachino.