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Omnibus, “caccia alle streghe surreale”. I dietro le quinte dello scoop sugli audio di Berlusconi

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Alessia Lautone, direttrice di Lapresse, è ospite della puntata del 20 ottobre di Omnibus, il talk show di La7 condotto da Gaia Tortora, che approfondisce gli sviluppi politici del caso nato dagli audio di Silvio Berlusconi. La giornalista è infatti la numero uno della testata che ha pubblicato le registrazioni del leader di Forza Italia sulla guerra in Ucraina e commenta così sull’argomento: “Tutti quelli che dicono di sapere chi ci ha passato questi audio sono assolutamente fasulli, non vorrei mai che arrivasse a qualcuno la responsabilità di quanto successo, non c’entra niente. La caccia alle streghe sul colpevole è surreale, anche perché c’è il fatto delle parole dette da Berlusconi ed è un fatto di cui bisognerebbe parlare, invece di cercare il colpevole. Trovo molto più grave che nessuno abbia detto niente a Berlusconi in quella circostanza. È incredibile che nessuno dei parlamentari si sia preoccupato di dire ‘Che cosa sta dicendo? Che sta succedendo?’ ma che invece si preoccupino di chi ha tirato fuori gli audio e di noi che abbiamo pubblicato”.

 

 

“Facevano parte tutti dello stesso contesto?” la domanda rivolta da Tortora a Lautone: “Erano tutti della stessa giornata, sì. L’applauso forse era per farlo stare zitto, non sapevano come. Quando parla Berlusconi c’è questo timore reverenziali, tutti stanno zitti e lo ascoltano, facendo finta che quello dice è una cosa giusta. Il salto tra essere scolaretto e persona che giudica e decide è fondamentale”. “È un momento difficile per il Paese - va avanti la giornalista - e non servono queste cose, Giorgia Meloni ha fatto benissimo ad essere decisa e netta sulla strada da intraprendere. Tra l’altro è stata l’unica, come sempre, ora non so se è una questione di genere, ma ha detto cose giuste ed è stata l’unica. Berlusconi non riesce a concepire di non essere quello che dà le carte al tavolo da gioco. Non riesce a capire gli equilibri del centrodestra, o almeno - conclude Lautone - non vuole capirlo. Noi non volevamo fare male a nessuno, volevamo raccontare la verità e fare il nostro mestiere”.

 

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