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Non è l'Arena, Cacciari vede un futuro nero per il governo: “Troppi problemi e grande fragilità”

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La prova di forza di Silvio Berlusconi gli si è ritorta contro? La domanda è rivolta da Massimo Giletti a Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia e filosofo, nel corso della puntata del 16 ottobre di Non è l’Arena, programma della domenica sera di La7: “È una coalizione debolissima. Al di là della vittoria elettorale di Giorgia Meloni, che non si discute, lei non ha una maggioranza all’interno delle camere. È nella condizione di dover trattare con Matteo Salvini e Berlusconi. È una leadership forte dal punto di vista del risultato elettorale avuto, ma poi politicamente è ancora molto fragile, la sua vittoria è fragile. Soprattutto andrà misurata su scadenze drammatiche per il Paese. Il problema non è tanto Meloni e le contraddizioni evidenti della coalizione che guida, ma le scadenze che dovranno affrontare. Meloni è consapevole di questo, se lo avesse potuto fare avrebbe messo tutti tecnici nel governo, è l'unica ad avere interesse a riuscire bene, si gioca la pelle su questa partita, sa benissimo che le scadenze sono drammatiche, nessuno si augura di governare l’Italia in questo inverno. Se litigano su Licia Ronzulli è inutile che inizino”.

 

 

Giletti chiede poi conto dei motivi che hanno portato Meloni al successo elettorale: “Ha vinto per l'incapacità di altri - sentenzia Cacciari -. I voti che ha preso in gran parte vengono da Salvini, che ha fatto tante pu**anate. Poi l’opposizione è stata totalmente incapace di trovare uno straccio di accordo, uno straccetto. Non hanno fatto nulla per salvare qualche collegi. Lei è andata lì sapendo che un certo passato va abbandonato, superato e dimenticato. I fattori fondamentali sono la pochezza dell'avversario e quella della Lega di Salvini, se lei va male i voti li perde domani, sono voti prestati. Se non riesce bene - conclude il filosofo -, se vanno in tilt sulla finanziaria, sull’energia e sul resto, come è probabilissimo vista l’asticella altissima, in primavera avrà un tonfo”.

 

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