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Otto e mezzo, Sallusti: Fontana e La Russa presidenti? Quello che non ricordate su Boldrini

Giada Oricchio
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Ignazio La Russa presidente del Senato, Lorenzo Fontana presidente della Camera. Sono scelte divisive o normale espressione di una cultura di destra radicale? Se ne parla a “OttoeMezzo”, il talk politico di LA7, venerdì 14 ottobre. In collegamento, Alessandro Sallusti, direttore del quotidiano Libero, ha difeso a spada tratta La Russa e Fontana: “Non sono nazisti o criminali. La Boldrini non era meno di parte di quanto lo sia Fontana e Bertinotti non era meno di parte di quanto lo è La Russa. Fontana è un cattolico pro vita. Se vogliamo un islamico pro morte diciamolo”.

Sallusti ha fatto notare che il leghista in qualità di rappresentante della terza carica dello Stato si deve spogliare delle sue convinzioni personali e garantire i diritti di tutti: “Se non lo facesse, io sarei il primo a scendere in piazza, ma non possiamo criticarlo per le sue idee. Non sono convinzioni terroristiche”.

Ma quando il vicedirettore dell’Huffingtonpost, Alessandro De Angelis, lo ha pizzicato sul livello culturale dei politici “drammaticamente abbassato” dai tempi di Amintore Fanfani e Nilde Iotti, il clima si è infiammato. “Per favore, Fontana ha tre lauree ed è stato ministro già due volte!” ha replicato Sallusti prima di sganciare una bomba: “Se non era imbarazzata Liliana Segre a stringere la mano a La Russa, puoi non esserlo tu! Lo ha persino baciato, non era in difficoltà”.

Immediata la sollevazione della conduttrice Lilli Gruber: “Non lo sappiamo!”, seguita a ruota da Lucio Caracciolo direttore della rivista Limes e dall’immunologa Antonella Viola: “A noi sembrava notevolmente imbarazzata!”.

In merito al putiferio scoppiato in queste ore (il foglio in cui Silvio Berlusconi definiva Meloni “supponente, prepotente, offensiva e arrogante” e la replica feroce della leader di FdI “mancava un punto: non ricattabile”), il direttore ha riconosciuto che bisogna trovare una convergenza: Berlusconi deve prendere atto di non avere lo stesso potere del passato, mentre Giorgia Meloni deve capire di essere di fronte a un leader che ha scritto la storia politica di questo Paese degli ultimi 30 anni. In caso contrario “sarà un problema”.

 

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