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Guerra, Vittorio Feltri è stufo: “Zelensky è come Putin, non vuole la pace”

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“Giornate tumultuose. Ordigni dappertutto in città, morti e feriti come piovesse”. Inizia così l’articolo di Vittorio Feltri sulla guerra in Ucraina e sugli ultimi accadimenti dello scontro con la Russia, che ha reagito in maniera veemente all’attentato esplosivo al ponte di Kerch in Crimea. Il direttore di Libero, nel pezzo apparso in prima pagina nell’edizione dell’11 ottobre, è duro pure con il fronte di Kiev: “Sono gli effetti della guerra più assurda degli ultimi decenni. Qui non si capisce più chi abbia torto. Probabilmente entrambi i contendenti. Sappiamo che è stata Mosca ad aggredire i vicini di casa, ma sappiamo anche che questi ultimi non hanno fatto nulla per placare i nemici cercando di evitare il disastro in atto. Sappiamo che Vladimir Putin si comporta come un pazzo sanguinario e con tutta la buona volontà non possiamo essere dalla sua parte. Ma sappiamo altresì che Volodymyr Zelensky non è un pulcino bensì un galletto dal becco pungente. Quindi se il primo va in armi contro il secondo, questi ricambia alla grande con pari ferocia. Insomma, siamo di fronte a due soggetti pericolosi nella stessa misura e indisposti a trovare una linea mediana che conduca alla pace”.

 

 

“L'impressione - prosegue ancora Feltri - è che entrambi gli statisti siano convinti di poter vincere una guerra insensata che per ora ha danneggiato due popoli. La nostra sensazione è che il conflitto sarà duraturo e si concluderà male soprattutto per gli ucraini in quanto i loro avversari hanno nei loro arsenali armi atomiche che non esiteranno a usare in caso di difficoltà belliche, determinando un macello in mezza Europa. Putin ha già minacciato di ricorrere presto agli ordigni nucleari ed è un folle, però un folle di parola. È giusto che un Paese libero si ribelli all'invasore e cerchi di conservare la propria autonomia, eppure è altrettanto giusto che esso provveda a salvarsi da un massacro”.

 

 

“Per quale ragione i capi dei due Stati belligeranti non si impegnino a trovare una conclusione pacifica?” la domanda con cui il giornalista chiude il proprio intervento, avvertendo tutti del “rischio di una macelleria senza fine e con molte vittime”.

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