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Michele Santoro non si tiene: "Mezze se**e". Attacco brutale, con chi ce l'ha

Giada Oricchio
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Dalle incapacità di Giorgia Meloni alle “mezze seghe” dei suoi predecessori passando per il disastro tridimensionale del PD, l’incertezza di Giuseppe Conte sulla guerra e Di Maio “che non serve a niente”: Michele Santoro travolgente a “Tagadà”. Il giornalista, ospite del programma televisivo di LA7, ha bocciato il non ancora nato governo di Giorgia Meloni: “Sono molto scettico sulle capacità della Meloni di portarci fuori dalla crisi, fosse solo perché si è nascosta davanti ai problemi della guerra. Ancora non insediata ha chiamato Zelensky (il presidente ucraino, nda) il giorno dopo in cui il Papa lo aveva chiaramente criticato durante l’Angelus perché aveva chiuso la porta alla pace” e ancora: “Il sovranismo vai e vieni della Meloni non so dove ci potrà portare, anzi è già diventato americanismo. C’è un po’ di razzismo, di xenofobia, ma saprà dire dove andare? E’ giusta l’imitazione di Crozza che la fa parlare con la voce di Draghi adesso che si deve insediare, mentre prima ai comizi ultranazionalisti urlava”.

 

Sulla guerra in Ucraina, Santoro tira le orecchie anche al ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Non serve a niente come hanno detto gli italiani con il loro voto”. Il futuro non è roseo: “Non credo che Meloni farà grandi cose, non sono portato a pensare che farà il ventennio mussoliniano” ha affermato lo scrittore prima di tirare una bordata: “Si barcamenerà come hanno fatto tutte queste mezze seghe di politici” e la conduttrice Tiziana Panella è sobblazata “Così per dirla con un francesismo”. Secondo l’ex conduttore Rai e Mediaset, la leader di Fratelli d’Italia “farà poco o niente”, torneranno i tecnici, i grandi suggeritori e i burocrati che scrivono le leggi al posto dei politici non in grado di scriverle (“In Italia il vero potere è quello che non si vede”). Santoro rifugge dall’idea di un altro governo non politico: “E allora perché abbiamo votato? Non abbiamo detto che volevamo un esecutivo politico? Se si torna ai tecnici è perché i politici non sanno dove andare e cosa fare”.

 

Non manca la critica alla gestione dell’immigrazione da parte di Meloni: “Tra lei e Mussolini c’è una differenza fondamentale – ha detto il giornalista - Meloni ci vede solo qualcuno che arriva sui barconi, Mussolini nella sua aberrazione da dittatore guardava all’Africa come a un territorio dove espandere la forza produttiva degli italiani. Noi abbiamo regalato l’intera Africa ai cinesi!”. L’analisi politica di Santoro si è poi spostata sulla sconfitta del PD alle elezioni del 25 settembre: “Ha compiuto un disastro politico, culturale e ideale. Un disastro a tre dimensioni. Letta è una brava persona, ma il 90% di loro non è in grado di convocare un’assemblea di condominio, figuriamoci una piazza. Dovrebbero dare tutti le dimissioni e spalancare le porte all’elettorato. Non sono più nella realtà. Ma che partito di sinistra è se non si vede mai nelle fabbriche?”.

 

L’unica carezza l’ha riservata al M5s, premiato a metà dal voto per essere stato vicino alle fasce deboli della popolazione: Santoro conferma di essere disposto a collaborare (“se vogliono dialogare con persone libere ci sono, se devo accettare la disciplina di partito e il militarismo no”), ma dà un giudizio impietoso sul presidente Conte ondivago in merito alla guerra in Ucraina: “Se fa una manifestazione per la pace ci vado però non ho capito la sua idea di pace e guerra perché cambia a seconda di cosa dice internet la mattina”.

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