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L'aria che tira, "50 sfumature di Dc..." Myrta Merlino provoca, la reazione di Gianfranco Rotondi

Luca De Lellis
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“Cinquanta sfumature di DC”. Myrta Merlino - conduttrice della trasmissione di La7 l’Aria Che Tira - scherza, ma neanche troppo, con il suo ospite Gianfranco Rotondi. Dalla loro creazione i democristiani come l’ex ministro senza portafoglio del quarto governo Berlusconi incarnano l’arte e il mestiere della politica. “Bentrovato in questa sua nuova versione, nel senso che è un Fratello d’Italia anche fiero”, afferma la presentatrice nel tentativo di accogliere nel migliore dei modi l’invitato. Ma Rotondi, orgoglio democristiano, ribatte subito: “Mettiamoci d’accordo sulla definizione, dottoressa Merlino. Io sono presidente della Democrazia Cristiana oggi verde e popolare, che ha fatto le liste con FdI, come Renzi le ha fatte con Calenda. Lei mi attribuisce un’iscrizione che non ho ancora, quindi è giusto correggere”. La conduttrice chiude quindi il siparietto: “Lei ha ragione, è che mettere insieme Dc e FdI mi suona strano. Ammetto i miei limiti”.

 

Terminati i convenevoli si passa ai temi reali della politica italiana attuale, in particolare alle dichiarazioni della vincitrice delle elezioni Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia - come riportato da Myrta Merlino - nel corso di un incontro del suo partito con la stampa, ha detto che il prossimo vertice europeo sarà un fallimento annunciato e che il Pnrr è colmo di ritardi. Il Premier uscente Mario Draghi si sarebbe così innervosito con la donna a cui lascerà la prima carica governativa. Interviene a questo punto Rotondi, che commenta la situazione: “Io non vedevo un idillio prima e non vedo una rottura adesso. La professionalità dei due personaggi in questione in Italia è diventata una notizia, perché negli ultimi 10 anni si è martellata la professionalità dei politici. Ci si è dimenticati che il passaggio di consegne può essere anche civile, nell’interesse del Paese”.

 

Poi un’ultima precisazione: “Sui ritardi del Pnrr la narrazione giornalistica ha superato la realtà. La Meloni ha fatto una battuta peraltro condivisa da tutti gli osservatori interni e nazionali. Cioè che vi sono dei ritardi sul Pnrr che non sono imputabili al governo Draghi. La preoccupazione è normale, non era una critica”.

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