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Otto e mezzo, Severgnini demolisce Conte e attacca Meloni: "Vince con l'effetto Pac"

Giada Oricchio
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Stoccate di Beppe Severgnini a Giuseppe Conte e Giorgia Meloni: “Uno si crede Garibaldi, l’altra deve evitare orbanate”. L’editorialista del Corriere della Sera, in collegamento con “Otto e Mezzo” talk politico di LA7, mercoledì 28 settembre, ha analizzato il risultato delle elezioni politiche del 25 settembre. Tra il serio e il faceto, Severgnini ha riconosciuto che il segretario PD Enrico Letta è stato l’unico ad assumersi le sue responsabilità: “Bisogna dargli atto che ha perso 800mila voti e si è dimesso. Tutti gli altri si comportano come se avessero vinto”.

Di qui la frecciata a Giuseppe Conte: “Il Movimento 5 Stelle ha perso oltre 6 milioni di voti e Conte parla come se fosse Giuseppe Garibaldi. Se il PD ora può allearsi con i pentastellati? No, devono portargli via i voti come si fa in politica. In campagna elettorale, ho sentito dire a Conte cose incredibili.

Alla sua quinta reincarnazione ha detto cose inaudite”. Poco prima, lo scrittore e opinionista tv non era stato più indulgente con Giorgia Meloni, capo di Fratelli d’Italia: “Riallacciandomi a quanto detto da Cacciari, la carta a favore di Meloni è quella che io chiamo ‘effetto paq’ cioè ‘proviamo anche questi’. Negli ultimi 14 anni in Italia ci siamo invaghiti di una serie di leader dando loro grandi maggioranze. Ci sono stati Berlusconi, Bersani, Renzi, Grillo, Salvini. E poi Mario Monti e Mario Draghi pur non eletti. Adesso è arrivata Meloni che non era mai stata provata perché sempre all’opposizione”.

Beppe Severgnini ha chiuso il suo intervento con il classico consiglio non richiesto: “Sei italiani su sette non hanno votato FdI. Meloni ha stravinto ma si deve ricordare che su sette voti ne ha preso uno, il che vuol dire cautela. Per intenderci: niente orbanate”. Ovvero iniziative politiche simili a quelle del primo ministro ungherese Orban.  

 

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