Covid, Andrea Crisanti allo scoperto: dovevamo applicare il modello cinese
"Nel caso di una recrudescenza di pandemie, l'Italia non sarà più l'esperimento del modello cinese in occidente, basta alle formule del modello Speranza e degli apprendisti stregoni". Giorgia Meloni dal palco della manifestazione del centrodestra a piazza del Popolo, a Roma, è stata chiara, tanto che esperti come Matteo Bassetti hanno confermato le sue parole: "Sono d'accordo con Giorgia Meloni. Sono due anni che combatto contro il modello cinese Covid-0, ovvero zero contagi. E' un fallimento totale. Pensare di deportare, come sta facendo la Cina, le persone è assurdo. Non mi dimentico che per un certo periodo in Italia qualcuno perseguiva il modello Covid-0, mi ricordo molto bene il professor Walter Ricciardi che è stato consulente del ministro Speranza: ha più volte detto che ci si doveva ispirare a quel modello Covid-0".
“Ondata intensa”. Non solo Covid, spaventa il boom della ”australiana”
Di diverso avviso Andrea Crisanti, candidato del Pd alle elezioni del 25 settembre, che per attaccare la leader di FdI si lascia scappare una frase che ha fatto drizzare le antenne a molti. "Meloni non sa di che parla. Il modello cinese non è proprio stato applicato all’Italia. Le nazioni che hanno applicato il modello cinese, come la Nuova Zelanda e l’Australia, o la Sud Corea e il Giappone, sono uscite da questa epidemia a testa alta, con un bassissimo numero di morti e pochissimi danni economici", spiega il microbiologo che poi esse allo scoperto: "Il problema semmai è che l’Italia non ha applicato il modello cinese". Insomma, per il candidato del Pd i metodi visti in Cina con lockdown durissimi anche per una manciata di contagi, "deportazioni" e arresti per chi sgarrava sarebbero stati la misura giusta anche per noi.
"Droga invece delle bollette". Salvini demolisce il tele-virologo candidato col Pd
Il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, promuove poi "il modello testato a Vo' Euganeo, cioè quello dei test di massa", e osserva all’Adnkronos Salute, e spiega che "il modello cinese è la sorveglianza di massa che è stata applicata con successo in Giappone, in Corea, in Vietnam, in Australia, in Nuova Zelanda. Modello che poi è stato abbandonato nel momento in cui sono arrivati i vaccini. Quindi di che si sta parlando?". Crisanti ammette d’altra parte che il modello cinese non può essere più valido per il futuro. "Perché il virus è cambiato e ha un’altissima trasmissibilità. Sarebbe quindi difficilmente applicabile". Se dovesse invece arrivare una nuova pandemia portata da un nuovo virus, "non si può dire" a priori che non sarebbe utile adottarlo.