In Onda, Minzolini sbotta con Draghi: “Fondi russi? O dice i nomi o è un'ingerenza”
Augusto Minzolini, direttore de Il Giornale, è ospite dell’edizione del 17 settembre di In Onda, talk show del weekend di La7 condotto da Concita De Gregorio e David Parenzo, e commenta le parole del premier Mario Draghi sulla Russia. Il giornalista, in vista delle elezioni, chiede maggiore chiarezza quando si parla del tema dei fondi russi ai partiti: “Non ho nessuna intenzione di difendere Orban, anche se il fatto che sia stato votato non è un elemento secondario. Ma sono rimasto perplesso quando Draghi ha detto nello stesso discorso che non c’è nessun tipo di prova su nomi di partiti italiani nel rapporto degli 007 americani e dall’altra parte continua con una serie di congetture che puntano a dimostrare che Matteo Salvini o qualcun altro hanno avuto qualcosa a che fare con i russi. Se ci sono i nomi tiriamoli fuori, se noi diciamo una cosa di questo tipo è un’accusa grave, siamo addirittura in guerra coi russi, è una sorta di alto tradimento”.
"L'Italia non si fa abbattere da pupazzi prezzolati". L'affondo di Draghi sul caso Russia
“Se quei nomi non ci sono - alza i toni Minzolini - e addirittura in quel rapporto non c’è nulla sull’Italia, come dice Draghi, continuare a parlarne a cinque giorni dal voto è un’ingerenza, un modo per intervenire, per strumentalizzare, per speculare. Mi meravigliano sia lui che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Se loro sanno qualcosa dovrebbero dirlo, se non lo dicono si assumono una grande responsabilità. Draghi è stato il premier di un governo nato e sostenuto dalla Lega, che ha dato giustamente la possibilità a Draghi di dire di sì alle sanzioni alla Russia e di fornire le armi all’Ucraina. Non puoi, dopo aver incassato quel voto, non riconoscerlo. Non contano menate e parole, ma i fatti, specialmente - chiosa il giornalista - per un premier”.