Toni Capuozzo, la tremenda profezia sulla guerra e Putin: come può finire
"La pace è più lontana che mai. Temo un Putin con le spalle al muro". Toni Capuozzo, storico inviato di guerra, è convinto che l'efficace controffensiva ucraina, dopo sei mesi di invasione russa, non sia prodromica alla pace. In un post sulla sua pagina Facebook, Capuozzo ha spiegato quali pericoli si annidano nel momentaneo ribaltamento di fronte: "Sembra il destino, o una regia perfetta: i paesi della Nato si riuniscono a Ramstein a decidere aiuti militari ed economici all’Ucraina per una guerra di lunga durata, e l’esercito ucraino dimostra sul campo che è possibile vincere, che si può ricacciare i russi entro i loro confini, che la riconquista non è un’utopia".
Cosa cambia? "Secondo me la pace, se mai fosse stata vicina, è più lontana che mai -scrive il giornalista -. Fino alla fine di agosto i due nemici erano nella posizione perfetta per negoziare, se lo avessero voluto: entrambi potevano cantare vittoria e leccarsi le ferite. Adesso non più, e delle due l’una: o crediamo che sia possibile un crollo del fronte russo, o ci rassegniamo a quello che la Nato sta preparando: una lunga guerra di logoramento. Nel primo caso, con gli ucraini che ritornano ai confini dell’atlante politico, che si riprendono le terre dove non esercitavano la loro sovranità dal 2014, dovremo fare i conti con l’aspetto più trascurato dai nostri media. Che quella in corso è anche una guerra civile, tra ucraini. (...). E un’eventuale, repentina sconfitta dei russi naturalmente porrebbe il problema della stabilità di un paese enorme e pericoloso per le sue dimensioni, per i suoi arsenali, per le grandi risorse naturali e gli appetiti che destano".
Capuozzo teme la reazione di Putin: "Credo che l’idea che le armi avvicinino la pace sia destinata a essere smentita dall’incrudelirsi della guerra. Non mi piace, ma non ho mai definito Putin un pazzo. Eppure temo un Putin sull’orlo della sconfitta: cosa può fare un uomo che intende il potere come lui lo intende quando viene messo con le spalle al muro? (...). Le guerre non migliorano nessuno, e non risparmiano alcuno: alla guerra si va come alla guerra, direbbero i francesi. L’odore della vittoria dietro l’angolo è affascinante, ma i profumi hanno i loro inganni. Non era l’avventura di una notte, ma un matrimonio, quello nostro con la guerra ucraina".