Otto e mezzo, Stefano Feltri sul tetto agli stipendi dei manager: “La casta si riprende un pezzettino”
Stefano Feltri, direttore di Domani, è ospite dell’edizione del 13 settembre di Otto e mezzo, talk show serale di La7 condotto da Lilli Gruber, in cui si commenta l’eliminazione del tetto agli stipendi dei manager pubblici approvata in Senato. “Non c’è mai un padre per queste norme” esordisce il giornalista, che poi continua “È partito da Forza Italia, è un ennesimo colpo al tetto agli stipendi, già la legge di Bilancio aveva previsto la possibilità di adeguamenti in caso di rinnovo dei contratti nazionali di categoria. Non c’è nessuna ragione per alzare quegli stipendi, specie in un momento in cui i lavoratori dipendenti a basso reddito adesso si confrontano con un’inflazione e con bollette da record. L’argomento di chi vuole stipendi più alti è quello di dire ‘Sennò il mercato ce li ruba’ o ‘Sennò si fanno corrompere’. Ma questo non può essere”.
L'emendamento che alza gli stipendi: spunta la sorpresa dal decreto aiuti
“Chi guadagna 240 mila euro in Italia - scandisce Feltri - e ha uno stipendio fisso è nello 0,1% dei contribuenti più ricchi e molti di queste persone che potranno avere degli stipendi più alti, come comandanti e generali di vari corpi dello Stato non hanno un mercato, hanno solo incarichi di nomina politica o sono funzionari pubblici, quindi non possono andare a lavorare altrove. Non c’è veramente nessuna ragione, è solo un ciclo che si chiude, quello dell’austerità dei tempi del governo Monti o il ciclo dell’antipolitica dei tempi del M5S, che se l’era presa con la casta. Adesso - conclude il giornalista - alla vigilia dell’elezione la casta si riprende un pezzettino”.