L'aria che tira, lezione di La Russa al dimaiano Di Stefano: "Non sai di cosa parli". Da Melenchon alla fiamma
Pugno chiuso e il motto "Resistenza, resistenza, resistenza“, il leader della sinistra radicale francese Jean-Luc Melenchon ha infiammato i sostenitori di Luigi De Magistris intervenendo a Roma, nel popolare quartiere del Quadraro. Scene d'altri tempi, che fanno sorridere e indignare Ignazio La Russa che, nel corso della puntata di giovedì 8 settembre de L'aria che tira, è stato invitato dalla conduttrice Myrta Merlino a commentare il blitz con Unione popolare del capo di La France Insoumise.
Mélenchon affonda Conte: “Non deve usare il mio nome, nulla a che spartire con il M5S”
"Melenchon? Quello che ha salutato col pugno chiuso? I conti con la storia certuni non li fanno mai", afferma l'esponente di Fratelli d'Italia che spiazza Merlino: "Vede che bravo, di solito siete voi a essere accusati di non fare i conti con la storia". Coglie la palla al balzo Manlio Di Stefano, ex M5s e sottosegretario agli Affari Esteri, oggi con Impegno Civico di Luigi Di Maio: "Ma la fiamma nel simbolo ce l'avete voi...".
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"Ma uno col pugno chiuso che ci viene a dare lezioni a noi", si inalbera La Russa con l'ex grillino che si sente chiamato in causa: "I conti con la storia li dovete fare voi di Fratelli d'Italia. E le devianze da curare?". "Non sai di cosa parli, sei troppo giovane", afferma La Russa che torna sulla fiamma tricolore presente nel simbolo del partito guidato da Giorgia Meloni, eredità di Alleanza Nazionale e prima del Msi. "È un simbolo nato nel Dopoguerra ed è la costante di tutti i movimenti di destra che noi abbiamo già modificato, perché questo solo gli ignoranti non lo sanno" è la stoccata a Di Stefano. Il simbolo del Msi conteneva infatti il trapezio, a cui la "leggenda" attribuita chi sa quale significato, ricorda il senatore: "Noi l'abbiamo tolto, abbiamo lasciato solo la fiamma che non ha niente a che vedere col fascismo e non vogliamo cambiarla".
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Merlino allora tira in ballo la polemica che ha visto protagonista la senatrice a vita Liliana Segre, che ha chiesto a Meloni di rimuovere la fiamma tricolore dal simbolo di FdI. La Russa, ancora una volta, ricorda "con rispetto" che il simbolo non ha impedito al marito della sopravvissuta alla Shoah, anche lui lontanissimo dal fascismo, di candidarsi con il Movimento sociale di Giorgio Almirante alle elezioni politiche, negli anni '70. Discorso chiuso, forse una volta per tutte.