In Onda, il prof Marco Revelli umilia Letta: la colpa del segretario Pd. Aprile e Telese in silenzio
"A me personalmente Giorgia Meloni paura fa". Il professore Marco Revelli lo ammette senza tanti giri di parole di temere la leader di Fratelli d'Italia, di avere paura per un nuovo governo guidato dalle destre. In collegamento con "In Onda", giovedì 25 agosto, alla conduttrice di LA7 Marianna Aprile confessa di essere terrorizzato dalla "donna nera" come la definisce la giornalista che gli domanda come sembra sia franata l'operazione di Enrico Letta dal pericolo del centrodestra al governo. "Mi fa paura per la sua storia e per una carica di aggressività - malcelata - che traspare spesso nei comizi, nei momenti in cui si abbandona ai bagni di folla, a mio avviso preoccupante ma anche per elementi di programma. Una minaccia democratica c'è per questa destra trainata da Fratelli d'Italia. Un appello alla francese contro una destra aggressiva ci starebbe tutto, servirebbe un ressemblement alla francese". Ma se il prof teme fortemente la destra se la prende poi con la sinistra e fa a pezzi il segretario del Pd che non è riuscito a mettere insieme una coalizione forte. Mentre i conduttori restano in silenzio Revelli denuncia: "Quello che non è comprensibile è il comportamento precedente di chi dovrebbe chiamare a questo ressemblement una politica suicida non solo per non aver costruito una coalizione più ampia che è una responsabiltà grave, ma anche per non aver pensato mai di mettere mano a questa orrenda legge elettorale, orribile
perché può trasformare una grande minoranza, quale sarebbe quella del centrodestra - peraltro divisa al suo interno - in una maggioranza assoluta con un numero di seggi tale da permetterle di modificare la Costituzione senza nemmeno il paracadute del referendum confermativo". E ancora: "Non aver messo mano a questa legge orrenda che tradisce qualunque principio democratico - denuncia agitato il prof - non solo per il peso che hanno questi collegi uninominali che il peso della riforma ha reso ancora più grandi ma anche perché non è permesso il voto disgiunto, in cui l'elettore è ostaggio. Non aver pensato di fare queste cose, uno come Enrico Letta che dovrebbe conoscerle come il pane" tuona Revelli. "Non aver pensato di mettere in sicurezza la nostra Costituzione dai colpi di mano di grandi minoranze che possono cambiare i nostri equilibri costituzionali è una colpa gravissima che non riesco né a capire né a giustificare. Lasciatemelo dire".