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Henri Kissinger, la profezia più nera: verso una guerra mondiale con Russia e Cina, anche per colpa nostra

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Henry Kissinger, 99 anni, già consigliere per la sicurezza nazionale e Segretario di Stato degli Stati Uniti durante le presidenze di Richard Nixon e di Gerald Ford,  tocca i temi del passato e le sfide del futuro dell'occidente in una intervista a la Stampa in occasione del suo ultimo libro, "Leadership: Six Studies in World Strategy". 

 

Il politico e diplomatico spiega che "gli americani sono riluttanti a separare l'idea di diplomazia dal concetto di fondo della 'relazione personale con l'avversario'. Tendono, insomma, a considerare i negoziati in termini missionari, più che psicologici, cercando di convertire o di condannare i loro interlocutori invece di approfondirne e capirne la mentalità". Affermazioni che è lecito trasferire nello scenario attuale, con la guerra in Ucrainaa e le tensioni a Taiwan. 

 

Kissinger non ci giira intorno: "Siamo sull'orlo di una guerra con la Russia e la Cina per questioni che in parte abbiamo creato noi stessi, senza nessuna idea precisa di come andrà a finire o di dove dovrebbe portarci", sottolinea. "Adesso è impossibile dire se riusciremo a dividerli e a far sì che diventino avversari tra loro. Tutto quello che possiamo fare è non acuire le tensioni, è creare possibilità. Per questo è indispensabile avere in mente una finalità precisa". Su Taiwan, il diplomatico giù esponente di spicco del partito Repubblicano teme che si va verso una crisi tra Stati Uniti e Cina e consiglia fermezza a Washington: "La politica attuata da entrambi le parti ha prodotto e consentito a Taiwan di progredire diventando un'entità democratica autonoma e ha mantenuto la pace tra Cina e Stati Uniti per mezzo secolo. Si dovrebbe essere molto prudenti, di conseguenza, in relazione a qualsiasi azione in grado di modificare la struttura di base".

 

E la Russia? Per Kissinger le incaute politiche di Usa e Nato avrebbero provocato la crisi in Ucraina. Ora "è indispensabile prendere sul serio le preoccupazioni per la sicurezza espresse da Vladimir Putin", ed è stato un errore della Nato "lanciare all'Ucraina il segnale che avrebbe potuto entrare a far parte dell'Alleanza".

Ma ormai "formalmente o informalmente, alla fine di tutto questo l'Ucraina" dovrà "essere trattata alla stregua di un membro della Nato". La soluzione potrebbe essere nel raggiungere un'intesa che preservi le conquiste russe del 2014, quando ci fu l'annessione della Crimea e di alcune zone nella regione del Donbass.

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