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Confronto tv tra i leader, Guido Crosetto inchioda "l'americano" Gianni Riotta. Scintille su Twitter

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La proposta di un confronto diretto in tv tra i leader delle principali coalizioni in campo per le elezioni politiche del 25 settembre, lanciata dal leader di Azione Carlo Calenda, almeno per il momento non ha incassato il "sì" dei protagonisti tirati in ballo. Ma il dibattito sui social si è già acceso. Per esempio Gianni Riotta, editorialista de la Repubblica e già direttore del Tg1, appare entusiasta per l'uscita di Calenda e suggerisce le regole necessarie per un vero confronto all'americana: "Vero. Dibattiti tv con i leader e tre moderatori, tempi fissati, all'americana".

 

A rovinare i progetti di Riotta è Guido Crosetto, imprenditore già sottosegretario, nonché tra i fondatori di Forza Italia. "Mica eleggiamo direttamente un Presidente? Poi, per essere schietti, servirebbero giornalisti all’americana, non schierati", è la replica velenosissima che tira in ballo le recenti polemiche sul presidenzialismo e l'elezione diretta del capo dello Stato, contenuta nel programma del centrodestra. 

"Ce ne sono tanti Guido lo sai bene. Fubini, Guerrera, Alessandra Galloni, Folli, Magri, M. Feltri, Angela Giuffrida, Maggioni, Mentana, S. Sala, Zanchin, primi nomi volo. Sarebbe bello ma so che chi è in vantaggio non ha interesse a dibattere", replica Riottta citando i nomi dei giornalisti papabili per un ipotetico confronto tv.

 

Calenda lunedì 15 agosto ha proposto: "Almeno un confronto tra i leader delle quattro coalizioni è necessario. Aiuterebbe gli italiani a valutarne la consistenza e la preparazione", ha scritto su Twitter targando Enrico Letta del Pd, Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle e Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia.

 

Ma chi lo dice, allora, che le coalizioni che dovrebbero confrontarsi sono quattro? Respinge questa visione il leader di Unione popolare, Luigi De Magistris: "Calenda chiede un confronto tra i leader delle quattro coalizioni. E quali e quante sono le coalizioni? Decide lui? Calenda non è riuscito nemmeno ad iniziare a prendere le firme, con che legittimità parla?", scrive l'ex magistrato e sindaco di Napoli. Come dargli torto in uno scenario politico tra i più frastagliati di sempre, con 101 liste che hanno depositato il loro simbolo al Viminale?

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