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Paolo Mieli, "nessun pericolo fascismo". La lezione di Mieli su elezioni e centrodestra

Giada Oricchio
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La campagna elettorale, in vista del voto del 25 settembre, si gioca anche sul ritorno di un presunto neofascismo rappresentato da Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni? No, secondo il direttore e scrittore Paolo Mieli che però pronostica un colpo di scena “di natura giudiziaria”. In collegamento con la trasmissione di LA7 Coffe Break Estate, giovedì 4 agosto, il rispettato opinionista è partito da una considerazione: “Mi sembra che la sinistra abbia rinunciato a usare, anche in virtù dell’accordo con Calenda e Della Vedova (Azione e +Europa), un’arma tradizionale di questi 30 anni cioè ‘attenti, attenti che arriva il fascismo’. Non è cosa da poco e io ci avrei giurato che non ne avrebbero fatto cenno”.

Parole che hanno fatto sobbalzare la giornalista Laura Tecce: “Ma se tutti i giorni sui giornali leggo di pericolo fascista”. Immediato il battibecco con Benedetto Della Vedova che le ha ricordato gli elogi di Meloni a Viktor Orban, il primo ministro ungherese.

Paolo Mieli però ha zittito tutti riprendendo la parola per una precisazione: “E’ ovvio che su alcuni giornali ci saranno ancora intellettuali che agiteranno lo spauracchio del fascismo, ma conta che non lo facciano il capo del partito di maggioranza relativa a sinistra (Enrico Letta, nda) e il suo gruppo dirigente, Bonino, Calenda e Della Vedova, insomma i big. Se ci fosse stata una minaccia fascista si sarebbero comportati in maniera diversa, si sarebbero alleati con chiunque, con Toti, Conte, con chiunque passasse per strada. Questo si fa quando c’è un vero pericolo fascista”.

Mieli è convinto che ci sarà un’ampia partecipazione al voto e in qualità di storico ha fatto una doppia previsione: “Mi aspetto sorprese nell’ultima fase… c’è sempre una sorpresona finale, spesso di natura giudiziaria. E la seconda sorpresa è che clamorosamente ci sarà qualcosa che non coincide con i sondaggi fermi a 15 giorni prima. Sono costanti di tutte le elezioni, soprattutto dal 1994 a oggi”.

 

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