Omnibus, il politologo Campi boccia la strategia della sinistra: “Meloni? Spettro del fascismo solo retorica”
“Quello del fascismo è ormai un appello retorico che nella storia repubblicana del nostro Paese è stato utilizzato un’infinità di volte, lo spettro del fascismo è stato appiccicato alle personalità più strane. Ora tocca a Meloni”. Così il politologo Alessandro Campi – interrogato dal conduttore di Omnibus Andrea Pennacchioli – si è pronunciato sul tema che sta dominando la campagna elettorale del centrosinistra: lo spettro, agitato dalla sinistra, del ritorno al ventennio mussoliniano in caso di eventuale vittoria alle urne della coalizione sovranista capeggiata da Giorgia Meloni.
"Perché non c'è nessuna minaccia fascista". La lezione di Mieli sul centrodestra, tutti muti
Le parole dell’ospite di Omnibus, trasmissione andata in onda su La7 giovedì 4 agosto, riflettono la sua perplessità sulla capacità di questa scelta strategica di fare presa sull’elettorato: “La sinistra sta utilizzando il mito dell’unità antifascista come forza collante di una coalizione molto diversa. Ma quello che c’è da chiedersi è se dopo 70 anni questo tema abbia davvero questa capacità aggregante, e se quella minaccia abbia ancora un senso politico”. In effetti, afferma il professore di Scienze Politiche all’Università di Perugia, “a sinistra c’è maggiore eterogeneità rispetto al centrodestra, dove si è trovata un’unità anche a livello programmatico. La coalizione di sinistra molto variegata deve ricorrere all'unità antifascista, non sorprende che torni questo tema”.
Pure Renzi smonta la bufala della sinistra su Meloni: nessun pericolo fascismo
Il matrimonio di convenienza tra il leader del Pd Enrico Letta e quello di Azione, Carlo Calenda, secondo Campi sarebbe un revival di ciò che è successo anche ai tempi del berlusconismo: “Se ho capito bene la strategia di Letta è quella di stabilire un doppio accordo sia con il centro che con l’area più a sinistra, un po’ come fece Silvio Berlusconi con la Lega e le forze di centro. Dovesse riuscire – ha sentenziato il politologo nella sua analisi in vista delle elezioni che si terranno il 25 settembre – bisogna riconoscere che si tratterebbe di una mossa intelligente”.