Elezioni, Massimo Cacciari boccia Santoro. La lezione del filosofo al conduttore
“La destra di Giorgia Meloni pericolosa? Macché. Il partito di Santoro? Velleitario. Esiste una sola agenda, quella imposta dall’Europa”. Massimo Cacciari, filosofo e scrittore, ha le idee chiare su cosa accadrà da qui al prossimo 25 settembre. In un’intervista al quotidiano La Repubblica, Cacciari ha osservato: “La destra ce la farà se riuscirà a non esplicitare davvero il candidato leader per Palazzo Chigi e se saprà silenziare gli aspetti più demagogici e straccioni di Matteo Salvini, offrendo nel contempo ricette di "destra sociale", ben lontane da Fratelli d'Italia”. Non esiste alcun automatismo tra vittoria nelle urne e presidenza del Consiglio secondo l’ex sindaco di Venezia: “Il candidato premier Giorgia Meloni? Non è detto neanche questo. Dipenderà dagli accordi sottobanco che sono in corso nel centrodestra. Meloni si sta muovendo con intelligenza, e da qui al voto farà di tutto per essere credibile agli occhi dell'establishment e dell'Europa, distinguendosi nettamente da Salvini. Allo stesso tempo sa benissimo che non le basta un mese per accreditarsi”.
Lo storico nega che questa destra sia pericolosa (“Macché”) e spiega: “Durante la campagna elettorale l'estremismo sovranista scomparirà, non vi è alcun pericolo fascista, pericolo cessato negli anni Sessanta e Settanta. Se non ci fosse stato l'argine dell'intesa che su questo punto vi è sempre stata tra il Pci e la maggioranza democristiana saremmo anche noi finiti in mano ai colonnelli. Ma non è più quel tempo, per fortuna. Svolta autoritaria? Se significa Stato totalitario sul modello dei primi cinquant'anni del Novecento è ridicolo pensare a un suo ritorno”. Per Cacciari, le difficoltà maggiori sono nel campo opposto: “La sinistra non esiste più, smettiamola una volta per tutte. (…). Il tentativo di Letta mi sembra una strada obbligata: Calenda, Renzi, Di Maio, devono esserci alla fine, per forza. Ma la coalizione dovrebbe esprimere un comune sentire, questo è già più difficile, l'ultimo che vi riuscì fu Romano Prodi con l'Ulivo nel 1996. Ci sono troppi galletti”.
Il centrosinistra può farcela se fa una cosa di centro, alla Macron, al contrario perderà se non ha un programma coeso (“Niente alleanze straccione”). Bocciata invece l'idea di Santoro di fare un partito radicale: “La trovo un'operazione velleitaria. Capisco che gli siano saltati i nervi, a me capita ogni cinque minuti, ma poi bisogna guardare in faccia alla realtà: e la realtà dice che non è più il tempo di Santoro e di Cacciari”.
Infine, il filosofo ha ribadito un concetto già espresso: “Esiste una sola agenda, quella che impone l'Europa se vogliamo che la Bce continui ad acquistare i nostri titoli, non ci sono margini di scelta se non vogliamo finire in default”.