Governo, Dario Fabbri e quegli "apprezzamenti dall'estero" su Draghi. Sospetto inquietante
Dall'inizio della guerra in Ucraina analisti geopolitici ed esperti di affari internazionali sono diventati ben presto volti popolari. Come Dario Fabbri, direttore della rivista geopolitica Domino, a lungo ospite fisso di Enrico Mentana nei suoi speciali su la7 dedicati al conflitto aperto dall'invasione russa. Le apparizioni dell'esperto sono andate via via diminuendo con l'agenda dei media che ha cambiato priorità, a causa della crisi di governo che ha fatto deflagrare l'esecutivo di Mario Draghi. E proprio un intervento di Fabbri sul premier dimissionario sta facendo discutere sui social.
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Che Draghi fosse "bravo" è chiaro, dice Fabbri nella puntata di sabato 23 luglio di Omnibus su La7. Ma il discorso è un altro, spiega l'analista, ossia che "quando uno statista di un Paese è molto apprezzato all'estero non vuol dire che è bravo, ma vuol dire che lo considerano funzionale ai loro interessi. È tutto un altro discorso".
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Insomma, i peana dell'Europa e gli scenari catastrofici dei giornali anglosassoni sulla caduta del governo Draghi dovevano farci scattare un campanello d'allarme? Il sospetto sembra questo. "Invece in Italia siamo convinti del contrario... C'è da insospettirsi molto quando un leader di una nazione è molto apprezzato da altri popoli che hanno altri interessi - conclude Fabbri - Questo ci sfugge totalmente. Se ce lo dicono gli altri vuol dire che per loro funziona... Ma per noi non funziona?", è la domanda che cade nel vuoto.