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Crisi di governo, Andrea Scanzi demolisce Luigi Di Maio: "Ha sbagliato tutto". E Di Battista gode

Christian Campigli
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Il buono e il cattivo. Il riflessivo e l'impulsivo. Il realista e il sognatore. Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno due personalità letteralmente agli antipodi. Tra i due enfant prodige del Movimento c'è stata un’iniziale simpatia, diventata, nel corso dei mesi, una silenziosa freddezza. Fino a sfociare in una malcelata antipatia. Il casus belli è stato la rottura dell'ex bibitaro dai Pentastellati e il suo giuramento d'amore eterno a Mario Draghi. L'uomo, che nell'immaginario rivoluzionario del Che Guevara di Roma Nord rappresentava il male assoluto: banchiere, vicino ai poteri forti, disinteressato al popolo. Dibba ha osservato, solo ufficialmente da lontano, la caduta del Governo dei Migliori. Plaudendo Giuseppe Conte e la sua scelta (fin troppo rimandata) di togliere la fiducia all'esecutivo.

Ieri, Andrea Scanzi, collega de Il Fatto Quotidiano, ha pubblicato sulla propria pagina Facebook una foto e un commento con il quale demoliva Giginho. “Quest’uomo aveva fatto la scissione, accompagnato quasi sempre da scalzacani all’ultimo stadio, per rafforzare Draghi. Bravi fenomeni! Il loro è stato un mix di servilismo, voltagabbanismo e incapacità politiche assolute. Con la scissione hanno liberato le mani a Conte, che ha trovato il coraggio di fare quello strappo che doveva attuare almeno sei mesi prima. Ora Di Maio, innamorato perso di Draghi, frigna e s’indigna: Una pagina nera per il Paese, la politica ha fallito. Si è giocato con il futuro degli italiani. Povera stellina. La verità è che le hai sbagliate tutte, hai meno voti di Renzi e se si va alle elezioni prendi meno consensi di Adinolfi. Regalaci un sogno, Luigi: vai a lavorare. Un gesto che avrebbe molta più dignità di questo poltronismo patetico, vile e senza decenza alcuna. Ah, dimenticavo: salutaci il tuo Draghi. Da quando gli hai giurato amore eterno, gli hai portato più rogna di Salvini e Renzi messi insieme. Daje Luigi!”.

Un apprezzamento, quello di Dibba, che nasconde un malumore covato per mesi. E che ora, dopo la scelta del Ministro degli Esteri di creare un proprio gruppo parlamentare e un nuovo soggetto politico, emerge in tutto il suo livore. In attesa del colpo di teatro più atteso da Alessandro Di Battista: la sua rentré nel Movimento e la sua candidatura al prossimo Parlamento.

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