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Antonio Socci e il vero piano di Mario Draghi: perché vuole andarsene. Chi c'è dietro la crisi di governo

Christian Campigli 
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Un intellettuale che va spesso contro il pensiero dominante. Senza mai urlare, interessato alle idee e al confronto. Una valutazione schietta e precisa, che offre una chiave di lettura alternativa e particolarmente arguta dell’attuale crisi politica italiana. Antonio Socci, sul proprio blog, elenca i motivi che avrebbero portato il Premier Mario Draghi a cercare la crisi. Lo scrittore sostiene che l’ex presidente della Banca Centrale Europea voglia trasformare “le sue comunicazioni alle Camere in un’informativa, in modo da non far votare il Parlamento. Se così accadesse, si avrebbe la prova definitiva che il dissenso dei grillini è stato solo un pretesto”.

 

Secondo Socci, Draghi avrebbe cercato il casus belli da alcune settimane, per aver le mani libere e potersi dimettere, attribuendo però a Conte la responsabilità “di gettare l’Italia nel baratro del voto anticipato”. Ma quali sono i reali motivi che avrebbero portato l’allievo prediletto di Federico Caffè ad organizzare una simile messinscena?  “Il motivo per il quale ha accetto l’incarico di guidare un esecutivo tecnico era il Quirinale e fallito l’obiettivo non ritiene più utile stare a farsi rosolare. Incide poi la disastrosa situazione del Paese, che in autunno potrebbe esplodere facendo emergere un colossale malcontento popolare contro di lui”.

 

Non vanno dimenticati però altri due punti focali. Il primo riguarda l’ipotesi di “aperture di altre mete (e poltrone) molto più alte e a lui congeniali. Come la Banca Mondiale o il ruolo di Segretario generale della Nato”. La seconda tocca da vicino l’evolversi della guerra in Ucraina. “Potrebbero esserci clamorosi sviluppi, come fa pensare il recente avviso dell’ambasciata Usa a Kiev, che ha chiesto agli americani di lasciare immediatamente il Paese. Potrebbe essere vicino il crollo dell’Ucraina e il dilagare dell’invasione russa. Oltreché una tragedia per l’Ucraina, sarebbe una disfatta per i governi occidentali, a partire da quello italiano”. Una chiave di lettura alternativa, mai banale e di grande interesse. Che pone l’accento su alcuni aspetti inediti della crisi politica più aspra degli ultimi venti anni.

 

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