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Boris Johnson, "persino la Regina Elisabetta". Il retroscena assurdo svelato da Caprarica

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“La Regina Elisabetta rimproverata per colpa di Boris Johnson”. E’ Antonio Caprarica, scrittore e storico inviato Rai nel Regno Unito, a tirare fuori un retroscena sui rapporti tra il primo ministro dimissionario e Sua Maestà. In collegamento con il programma Omnibus, venerdì 8 luglio, su LA7, Caprarica ha fatto un liscio e busso mica da ridere a Boris Johnson: “Lascia un cumulo di macerie.

A Londra, era considerato un Trump de ‘noartri, come si direbbe a Roma. A fronte di questo politico arrogante, bugiardo e inaffidabile, c’è stata una rivolta del Parlamento. Alle ripetute bugie e alla realtà parallela che costruiva ogni volta che parlava, il suo stesso partito, quello dei conservatori, ha detto basta. E’ anche da vedere se resta davvero a interim fino a settembre”.

Alla domanda su come Buckingham Palace stia vivendo la crisi, l’esperto royal non ha esitato: “In modo costituzionalmente inappuntabile come nello stile della Regina, ma naturalmente in privato si sta studiando la situazione”. E qui Caprarica svela un dietro le quinte che deve aver indispettito non poco Elisabetta II: “La Regina ha visto passare 15 Primi ministri, ma Johnson è stato l’unico che le ha procurato una reprimenda della Corte suprema.

Come è noto, la Regina deve firmare qualunque atto il Primo ministro le sottoponga e lui le ha fatto firmare la proroga del Parlamento per far passare la sua forzatura sulla Brexit violando tutte le norme e guadagnando a Sua Maestà un rimprovero della Corte suprema”. Un unicum considerando che nessuno può dire cosa fare a the Queen, una macchia sui 70 anni di regno difficile da perdonare. E che i rapporti tra la monarchia e l’inquilino del numero 10 di Downing street fossero sfilacciati, se non strappati, arriva da un’altra rivelazione del giornalista: “A quanto detto, aggiungete che più recentemente il principe Carlo ha detto di trovare ‘in an apalling’ cioè spaventoso, il piano di Johnson per deportare gli immigrati clandestini in Ruanda”.

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