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diMartedì, “fa pena”. Gianni Riotta esagera con la promessa a Massimo Cacciari: “Da oggi in poi...”

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“Non mi sono pentito di aver fatto la lista dei putiniani”. Tra gli ospiti della puntata del 7 giugno di diMartedì, talk show di La7 condotto da Giovanni Floris c’è Gianni Riotta, giornalista che ad inizio marzo pubblicò un primo elenco di presunti sostenitori delle tesi della Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. “Guerra in Ucraina. Destra, sinistra e no Green Pass: identikit dei putiniani d’Italia” il titolo del pezzo, riassunto in un breve catenaccio: “Uno studio della Columbia University analizza il fenomeno dei ‘Putinversteher’ nostrani, per i quali il presidente russo fa solo ‘gli interessi nazionali’. Da Savoini a Fusaro, da Spinelli a Mattei a Foa, ecco chi giustifica il Cremlino”. Durante il programma tv Riotta però non rinnega quanto fatto, anche alla luce di una nuova lista pubblicata dal Corriere della Sera: “Io non mi sono pentito, perché non c’era nessuna animosità”. 

 

 

Floris interrompe il suo ospite, che citava il caso specifico di Barbara Spinelli, chiedendogli una cosa ben precisa: “Non mi interessano i singoli nomi, mi interessa il concetto. Perché stili una lista di persone che la pensano tutte allo stesso modo?”. Riotta replica citando un articolo di Le Monde, ma Marcello Sorgi, altro ospite in studio, gli fa notare che non c’erano singoli nomi nel pezzo francese sull’ondata putiniana in Italia. “Non sono io, tutto il mondo ha scritto queste cose” dice ancora Riotta, che definisce vergognosi i dubbi di Spinelli sulla strage di Bucha in Ucraina, uno dei momenti più bui della guerra iniziata lo scorso 24 febbraio.

 

 

Riotta tira fuori un altro obiettivo prima di concludere: “Il professor Cacciari oggi dice una cosa folle, dice che non lo attacco più perché il mio padrone ha chiesto di non attaccarlo. Ma da oggi in poi lo attaccherò tutti i giorni. Non l’ho attaccato più perché faceva pena”.

 

 

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