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Otto e mezzo, “situazione surreale e grave”. Elisabetta Piccolotti denuncia le liste di proscrizione dei putiniani

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C’è una caccia al putiniano in Italia o c’è una forma di limitazione del dissenso politico? L’argomento principale della puntata del 7 giugno di Otto e mezzo, talk show di La7 condotto da Giovanni Floris in sostituzione di Lilli Gruber, è l’articolo del Corriere della Sera che ha pubblicato una presunta lista di putiniani e sostenitori della Russia nel nostro Paese. La domanda d’apertura è rivolta da Floris a Elisabetta Piccolotti di Sinistra Italiana: “Sono molto lontana dalle persone che sono in quella pagina, ma non posso che rilevare che siamo in una situazione surreale. Questo continuo fare liste, stavolta la vicenda è aggravata dal rapporto e dall’indagine dei servizi che passano le informazioni ai giornalisti, è una situazione grave, c'è un continuo fare liste che assomigliano a quelle di proscrizione, pacifisti, putiniani, si anima un dibattito sclerotico. L’Ordine dei giornalisti farebbe bene a capire che cosa è successo, quali sono i fini di questo passaggio di notizie”.

 

 

“Questo fare liste - si arrabbia Piccolotti sui presunti appoggi a Vladimir Putin - non serve veramente a nulla. Si solleva una gigantesca cortina fumogena delle vere ragioni della guerra e ciò che dobbiamo fare per risolverla. È una modalità che elude il passato del paese. Tutta la destra italiana ha navigato tra due sponde, la Russia di Putin e la destra americana di Trump. Da entrambi lati sono arrivati attacchi e tentativi di condizionamento dell’opinione pubblica e nessuno ha fatto niente per fermarli. Proviamo a cambiare le norme e vietiamo di ricevere fondi da stati stranieri ai movimenti politici italiani. Vietiamo ai parlamentari italiani di fare consulenze pagate per conto di stati stranieri. Ce ne sono a destra, ma anche a sinistra, basti vedere - conclude l’esponente di Sinistra Italiana che viene bacchettata da Floris - il rapporto tra Matteo Renzi e l’Arabia Saudita. È tutto lecito, ma servirebbero nuovi regolamenti, anche per le agenzie di comunicazione estere in Italia”.

 

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