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Otto e mezzo, Alessandro Giuli scuote Stefano Feltri. La lite su Ungheria e Orban: "Ha governato bene"

Valentina Bertoli
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A ‘Otto e mezzo’, programma quotidiano di approfondimento giornalistico, Stefano Feltri, direttore del quotidiano "Domani", e Alessandro Giuli, editorialista di Libero, si scontrano sul tema caldo della riconferma del premier ungherese Viktor Orban. “Non possiamo paragonare Orban a Churchill. Ha violato i principi dell’Unione europea” sottolinea Feltri - in collegamento - e puntando il dito contro le affermazioni del giornalista presente invece in studio.

Nel corso della puntata del 22 aprile, alla vigilia del ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi, la conduttrice Lilli Gruber ha provato a coinvolgere i suoi ospiti in un dibattito esplicativo: “Si sono dati le ultime stilettate i due candidati alle elezioni presidenziali in Francia. Macron ha detto che, se vince Le Pen, ci saranno giorni difficili. Lei ha detto che Macron disprezza i francesi. Quanto la guerra in Ucraina può influire sulle forze populiste? Per esempio in Ungheria ha vinto le elezioni Orban, filoputiniano. Le Pen è al ballottaggio e ha qualche peccatuccio con i russi, così come Salvini. Perché la vicinanza ideologica e finanziaria con Putin, che ha scatenato una guerra di aggressione, non sta penalizzando l’Ungheria?”.

Il primo a rispondere senza esitazione è stato Giuli: “Gli ungheresi hanno votato in massa Orban perché ha governato bene. Non è la politica estera che determina la connessione emotiva tra i cittadini e chi governa. Che ci piaccia o no, Orban ha governato bene da un punto di vista socioeconomico. Anche nella gestione dei vaccini non è andata male. I francesi non temono che Putin sfili sugli Champs-Elysées, se vince Le Pen. Sentono più i problemi sociali. Il popolo è interessato a una buona gestione, non alla politica estera”.

Intervento, questo, che ha scosso Feltri: “Non possiamo parlare di Orban come il miglior candidato su piazza. È una persona a cui l’Europa contesta la violazione dei principi fondamentali dell’Unione europea. Ha costruito il consenso anche reprimendo le opposizioni e silenziando i media”. L’editorialista ha allora chiesto diretto: “Se non avesse messo a tacere l’opposizione, avrebbe perso secondo te?” “Io non sono nella testa di Orban, ma giudico quello che fa. Pensa che gli strumenti abituali con i quali si vincono le elezioni, cioè il buon governo e i risultati economici, non siano sufficienti” ha replicato duro Feltri. Giuli ha allora rinforzato il suo punto di vista: “I segnali di un buon governo ci sono, così come gli indicatori economici positivi”.

Il direttore di Domani allora ha espresso l’inconciliabilità del suo pensiero con quello del suo interlocutore:“Orban ha fatto anche cose buone. Anche la Russia di Putin ha avuto dei decenti risultati economici grazie alla crescita del petrolio. Non per questo Putin vincerà le elezioni ed è un buon governatore”.

Lilli Gruber ha chiuso la discussione, provando a fare chiarezza sull’argomento: “Orban e l’Ungheria hanno avuto modo di crescere economicamente e di conoscere un forte benessere sociale grazie ai contributi dell’Europa. L’Europa viene però denigrata e attaccata da Orban. Va ricordato che l’Europa ha una procedura di infrazione contro l’Ungheria”.

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