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Ucraina, Toni Capuozzo e la previsione drammatica: "Come continuerà la guerra". Il rischio incidente

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È morto colpito probabilmente da una bomba a mano, almeno tre giorni fa, ma la conferma è arrivata soltanto nella serata di ieri. Edy Ongaro, 46 anni, originario di Giussago di Portogruaro, in provincia di Venezia, è il primo italiano morto nella guerra Ucraina-Russia. Un conflitto che aveva deciso di combattare, da foreign fighter, tra le fila dei separatisti del Donbass, dove si trovava dal 2015, un anno dopo lo scoppio della guerra nell'area. La voce della morte di Ongaro, nome di battaglia "Bozambo", era iniziata a circolare già nella mattinata di giovedì, ma ha trovato conferma solo in tarda serata. Ma le circostanze della sua morte sono ancora tutte da chiarire.

Una notizia, quella della morte del miliziano, che ha colpito profondamente il giornalista, scrittore e conduttore tv Toni Capuozzo. "Seguivo il suo profilo su Facebook - scrive in un post Capuozzo - anche se da tempo era chiaro che avesse altre cose da fare. Era un comunista vecchio stampo, che non negava le foibe, e piuttosto ne faceva una gloria della giustizia proletaria. Riposi in pace, lui e la sua coerenza, che rivelano la grande confusione tra i cuori generosi e smarriti delle destre e delle sinistre più eccitabili". Nel 2015, Ongaro aveva pubblicato sulla pagina Facebook "Pagine di R-Esistenza" a pochi giorni dall'arrivo in Donbass, un video con il quale si presentava quale membro della Brigata Prizrak, un "battaglione internazionalista" di cui diceva "di essere fiero di appartenere". "Sono un combattente comunista? Sì" sono "qui, dove ho visto molti volontari", che sono "venuti a combattere contro il fascismo".

Capuozzo adesso è convinto che "la guerra continuerà". Boris Johnson, per carattere il più torrenziale e sincero tra i leader dice che Zelensky deve tener duro e non fare le concessioni cui lo spingerebbero Francia e Germania, frettolose di chiudere il conflitto. "Mi pare chiaro - spiega Capuozzo - che i negoziati difficilmente approderanno a qualcosa di più dei corridoi umanitari. L’Occidente – devo ripetere che amo l’Occidente? - vuole continuare. Gli ucraini sono i nostri combattenti surrogati".

Ma come continuerà la guerra in Ucraina nessuno lo sa. E Capuozzo non esclude nemmeno lo scenario ancora più tragico: "Nessuno può escludere incidenti, provocazioni, e le cosiddette false flag. Ma i fatti dicono che i russi hanno arretrato intorno a Kiev e addirittura mollato l’aeroporto di Hostomel che è il trampolino su Kiev. Non vogliono la capitale, che sarebbe difficilissima da prendere e peggio ancora da controllare. Credo che la battaglia, forse finale, sarà attorno al Donbass. Cosa vuol dire ? Che gli ucraini saranno costretti ad avanzare, spesso allo scoperto, sollecitati dal proprio orgoglio e dall’Occidente, e la tattica si rovescia, con i russi trincerati ad attenderli. Piccola ma significativa notizia (sì, bisogna diffidare anche delle notizie...): elicotteri ucraini avrebbero colpito un deposito di carburante a Belgorod, dentro il territorio russo. Questo cambierà un po’ la narrazione, da noi. Perché una cosa è parlare di un piccolo popolo aggredito, che ha il diritto di difendersi. E un’altra parlare di un popolo ben armato che aspira alle terre irredente (linguaggio da ‘900, parte prima). Non siamo stati disposti a morire per Kiev, lo saremo per Donetsk ? Manderemo armi per la gloria di un’Ucraina indivisibile ? Ho la sensazione che la trappola, finora aperta sull’invasione russa, stia girando dall’altra parte. Con un grande punto di domanda: il destino di Odessa".

Sulla questione gas Capuozzo sembra ottimista: "Lo avremo" rassicura. "Come altri paesi europei pagheremo in euro, la banca della Gazprom farà il cambio, intascando preziosa valuta estera e metterà il timbro “pagato” in rubli. Il rublo è tornato ai valori anteguerra, e le rese dei conti si fanno così: una via d’uscita che salvi la faccia a tutti, senza umiliazioni".

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