Guerra in Ucraina, Enrico Mentana a gamba tesa sul caso Orsini. La scelta del direttore e Dario Fabbri conferma
Il dualismo Dario Fabbri-Alessandro Orsini. L’invasione dell’Ucraina per mano della Russia ha portato in tv volti sconosciuti al grande pubblico. Dopo l’era dei virologi e immunologi star a causa della pandemia da Covid, è il turno degli esperti di geopolitica. Fra i tanti, due spiccano per antitesi: il sociologo Alessandro Orsini e il coordinatore America di Limes, Dario Fabbri. Opposti per stile, analisi politiche, modo di comunicare, empatia e “stipendio”.
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Il direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale, professore associato di Scienze politiche della Luiss, va ripetendo di trasmissione in trasmissione che “se Putin è un cane schifoso, lo siamo anche noi, l’Ucraina deve arrendersi. Se Putin perdesse la guerra e dovesse usare la bomba atomica, l’Europa sarebbe moralmente corresponsabile”. Asserzioni che lo hanno portato a un contratto con la Rai: 12.000 euro per 6 puntate di #cartabianca condotto da Bianca Berlinguer su Rai3. Ma il PD si è messo di traverso e ha chiesto all’azienda pubblica di “non pagare i pifferai del regime russo” (noi saremmo i topi che lo seguono ciecamente?).
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Così i vertici di Viale Mazzini hanno stracciato l’accordo e hanno messo Orsini a far compagnia al cavallo di bronzo, simbolo di forza e potere (sic!), fuori ai cancelli. Dall’altra parte, dicevamo, c’è Dario Fabbri, consigliere scientifico della rivista Limes e grande esperto di America e Medio Oriente: chi ancora non ha sentito le sue disamine non sa cosa si perde. Preciso, competente, equilibrato e mai saccente o didattico (potrebbe considerando l’enorme preparazione, ma ha l’intelligenza di trattare i telespettatori da pari dotati di un comprendonio minimo). Fabbri è ospite fisso e unico degli speciali del TG LA7 condotti da Enrico Mentana.
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Nello studio sono solo loro due, da quando il 24 febbraio è iniziata l’aggressione del Cremlino. Al massimo ci sono la bravissima Francesca Mannocchi e un inviato sul posto. Il direttore ha scelto un taglio asciutto, prettamente informativo e analitico per raccontare la guerra che sta cambiando il mondo. Ma ieri ha voluto aprire una parentesi sul caso Orsini divenuto “l’epurato martire del pensiero libero” a seguito del clamoroso dietrofront della Rai che per tanti scrittori e giornalisti è stato un errore pari e uguale a quello del regime della Federazione russa.
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Anche Enrico Mentana ha bollato la scelta come censura: “Si può essere d’accordo o no con alcune posizioni, ma è giusto dar spazio a tutti. La questione dei compensi è una cosa, quella della libertà di espressione un’altra ed è proprio ciò che distingue l’Italia da un Paese che tanto stiamo criticando per il bavaglio all’informazione”. E a proposito di compensi ha aggiunto con orgoglio: “Da noi per fortuna vengono tutti gratis, Fabbri lo può confermare, noi non paghiamo nessuno” e il giornalista con un sorriso composto e accennato: “Sì, sì, confermo, assolutamente”.