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Otto e mezzo, Paolo Mieli fa saltare dalla sedia Lilli Gruber: "Non si senta presa di mira". nervi tesi in studio

Giada Oricchio
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Nervi tesi e qualche incomprensione tra il direttore Paolo Mieli, Lilli Gruber e Lucio Caracciolo a “Otto e Mezzo”, il programma del preserale di LA7, venerdì 18 marzo. La conduttrice ha chiesto conto a Mieli di un articolo in cui definiva “cinici i pacifisti italiani e immorale non inviare armi in Ucraina per evitare una carneficina” però lo storico ha ribattuto: “Non ho scritto questo. Ho detto che non è morale augurarsi la resa dicendo ‘tanto dovete morire’, è la prima volta nella storia che qualcuno suggerisce la resa all’aggredito dicendo di stare dalla sua parte. In più si basava sulla previsione sballata che gli ucraini non sarebbero stati capaci di resistere e che si sarebbero sciolti come neve al sole”.

Mieli ha precisato che era una previsione fatta da tanti in giro: “Se io sbaglio previsione, la volta successiva ammetto l’errore. Questa era una strana previsione: su che si basava?!”.

L’ultima frase ha infastidito Gruber: “Da noi non è stata fatta e non stiamo facendo pagelle sulle previsioni”, “Beh, qualcuno l’ha fatta in giro” ha replicato Mieli e la conduttrice, con un sorriso tirato, ha messo fine alla retorica: “Posso essere responsabile di Otto e Mezzo non di più”.

Sul pronostico fallito, Mieli ha coinvolto il direttore della rivista Limes, Lucio Caracciolo, che ha confermato generali errori di valutazioni: “Io ad esempio non immaginavo che Putin invadesse, pensavo che sarebbe stata una follia ed è stata una follia praticata da un leader che credevamo più razionale. Sulla resistenza ricordo che dopo il 2014 gli ucraini sono stati riforniti, addestrati e armati soprattutto da americani e britannici e al loro fianco hanno combattenti professionisti”.

Il direttore di Limes ha ribadito che le forze armate russe hanno il loro punto di debolezza nella carenza di fanteria a protezione dei carri armati e ha aggiunto: “Secondo una teoria del complotto, i generali pare abbiano tradito Putin. Pensava che avessero preparato un esercito vero, non i mezzi del 1972”.

Ma Paolo Mieli ha interrotto l’interlocutore per sottolineare di nuovo che era sbagliato dire agli ucraini di arrendersi: “Era una cosa impropria basata sul niente. Se potevano resistere perché consigliare loro la resa? Non l’ho capito!”, “Beh non gliel’ho consigliato io” ha risposto con ironia Caracciolo facendo ridere Lilli Gruber. Poco dopo altro siparietto. Il direttore si è schierato a favore dell’invio delle armi per difesa: “Metterei fiori nei cannoni, ma quando i cannoni sparano su civili e bambini, beh rifletto: che faccio ci metto i fiori nei cannoni? Vedete voi che risposta date? La pace?” e Gruber indispettita: “Voi chi, scusi? Questa divisione manichea tra buoni e cattivi, noi da giornalisti documentiamo”, “Voi umanità… voi altri… non si senta presa di mira” è stata la chiosa di Mieli.

 

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