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La lezione alle anime belle dell'immigrazione

Roberto Arditti
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E se fosse solo la punta dell’iceberg? Questo giornale insiste da mesi sul traffico illegale ed ignobile di documenti falsi per attestare una inesistente cittadinanza italiana o per agevolare l’ingresso sul suolo nazionale, traffico che viene adesso messo in luce definitiva da una meritoria inchiesta della Guardia di Finanza (con tanto di arresti), figlia anche dell'iniziativa del ministro degli Esteri Tajani e del gruppo di lavoro creato alla Farnesina per capire come stanno le cose. Le anime belle dell’immigrazione senza se e senza ma, dell’immigrazione (anche clandestina) come fenomeno di integrazione culturale, dell'immigrazione a tutti i costi perché serve forza lavoro, dovrebbero rivedere questa impostazione che finisce per essere colpevole copertura politica ad un fenomeno che è innanzitutto criminale sin dai primi passi (i reclutatori e gli agevolatori delle partenze), che continua ad esserlo nei trasferimenti (tutti i viaggi via mare sono dominati da mafie internazionali) e che rimane tale anche negli ultimi passaggi, quando entrano in gioco i processi autorizzativi.

 

 

Nel concedere tutto questo spazio all’immigrazione (anche) clandestina abbiamo aperto le porte ad una forma di guerra non convenzionale che ci viene dichiarata ogni giorno e che rende sempre più forti organizzazioni che hanno imparato ad aggirare con successo le nostre procedure, le nostre regole, le nostre leggi. Ma non è finita qui, perché, come più volte evidenziato da Il Tempo, chi si mette di traverso viene messo nel mirino come accaduto all'onorevole Di Giuseppe. Non a caso, infatti, molti casi sospetti vengono dal Venezuela, nazione dove milioni di persone vivono sotto scacco di una élite brutale ma dotata di enormi risorse finanziarie derivanti dalla vendita del petrolio.

 

 

Noi chiediamo due cose. La prima è di potenziare al massimo le strutture investigative dedicate a scoprire quanto non va nel sistema. La seconda è di rendere implacabile l’atteggiamento del Ministero degli Esteri di fronte ad ogni persona che viola la legge, siano essi interni o esterni all’amministrazione (per capirci meglio: i consoli onorari vanno sottoposti a rigorosa revisione collettiva, eliminando senza pietà eventuali mele marce). Il messaggio che l'Italia deve mandare al mondo intero è che non siamo una nazione colabrodo, siamo un paese in grado di gestire con rigore ogni singolo ingresso nei confini nazionali. Derogare a tutto questo significa compromettere l'Italia di oggi ed e ancor di più quella di domani: scenario da evitare ad ogni costo.

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