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Caso Almasri, Meloni può uscire rafforzata ma serve sangue freddo

Roberto Arditti
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Diciamo che questa è la prova di maturità per il Governo Meloni, chiamato con il premier e tre figure di primissimo piano dell’esecutivo a fronteggiare al Tribunale dei Ministri un “esame" che non va sottovalutato da nessun punto di vista. C’è infatti un piano formale che non può essere liquidato facilmente: ora ci sono 90 giorni nei quali si svolgerà un’attività d’indagine per poi decidere se archiviare o proseguire. E c’è nel contempo il contesto peggiore di tutti i tempi nei rapporti con la magistratura (o parte di essa), come ben si è visto all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Nel suo intervento in video di ieri il premier ha preso la parola esprimendo tutto il suo disappunto: qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, perché da anni si legifera imbrigliando oltre ogni ragionevole livello l’attività degli organi esecutivi dello Stato. A parte questo però, rimane un fatto indiscutibile e, per molti versi, enorme: mai nella storia della Repubblica Primo Ministro, Ministri dell’Interno e della Giustizia e autorità con delega all’Intelligence si sono trovati contemporaneamente in situazione simile.

Può condizionare tutto questo l’attività di governo? Dovremmo dire di no, ma sarebbe ipocrita, perché invece peserà, anche per i riflessi internazionali. E allora? Allora credo si debba essere chiari su due punti. Il primo: le autorità italiane, compresa la Corte d’Appello con la sua ordinanza, hanno deciso il rimpatrio del generale libico, dopo che aveva scarrozzato liberamente in mezza Europa. 
Certo, anche il governo tutto ha fatto tranne che mettersi di traverso a questo rimpatrio, sostanzialmente agevolandolo. Ebbene questa è la scelta delle autorità italiane che risponde ad una valutazione di legge e d’interesse nazionale: va rispettata in ogni sede e, ove possibile, tutelata, poiché essa rappresenta sostanza primaria della funzione governo. L’interesse nazionale non è una barzelletta, a maggior ragione in questa delicatissima fase storica (vedi alla voce migranti, vera e propria arma da guerra del nostro tempo). Punto secondo il Tribunale dei Ministri ha il pieno diritto e il pieno dovere di svolgere il suo lavoro, visto che si è scelto di non archiviare subito. Però anch’esso è un organismo della Repubblica, quindi l’interesse nazionale è rilevante anche in quella sede. Equilibrio, senso dello Stato, cura di ciò che serve all’Italia. Meloni può uscire rafforzata da questa storia, urgono dosi massicce di sangue freddo. 
 

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