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Abedini, l'investimento di Trump sulla Meloni

Roberto Arditti
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Tutti guardano a Teheran, dopo la liberazione dell’ingegner Abedini di ieri, ma è sbagliato. Non è lì la chiave di volta della partita: ora vediamo perché. Intanto la decisione del ministro Nordio ha anticipato l’udienza del 15 gennaio in Corte d’Appello a Milano ed è un fatto molto importante perché certifica, anche sotto il profilo formale (ma stavolta non è roba da poco), che la liberazione avviene per decisione politica (cioè del governo). L’Italia quindi non si «trincera» dietro la pur oggettiva indipendenza della magistratura ma decide con intervento del potere esecutivo: buon segno, vuol dire che c’è capacità di agire. Poi c’è il patto tra strutture di intelligence, che hanno tenuto i contatti che contano: lo dice apertamente la nota ufficiale del portavoce del Ministero degli Esteri di Teheran Esmaeil Baqaei, che ringrazia «i negoziati tra le unità competenti del ministero dell’Intelligence della Repubblica islamica dell’Iran e i servizi segreti italiani».

 

 

 

E siccome i servizi si nominano assai raramente nei comunicati ufficiali, vuol dire che stavolta hanno giocato un ruolo decisivo. Infine c’è la parte più importante, che mescola aspetti diplomatici (il giusto) e politici (innanzitutto). E qui veniamo al punto, perché la trattativa sotto questo profilo non è stata con l’Iran, che non vedeva l’ora di liberarsi dell’ostaggio ingombrante. Teheran ha rapito Cecilia Sala come gesto disperato di fronte ad un pericolo grandissimo: vedere crollare tutta la rete dei suoi collaboratori internazionali, spaventati a morte dal doppio arresto americano ed italiano.

 

 

La trattativa decisiva è quella di Mar-a-Lago, perché Washington avrebbe potuto mettersi di traverso, creando una enorme difficoltà al governo Meloni, esponendolo alla critica aperta degli alleati Nato: cosa che, assai probabilmente, Macron e Scholz avrebbero fatto assai volentieri. Invece il blitz in Florida ha certificato la collaborazione di Trump, obbligando l’amministrazione Biden ad allinearsi: il Presidente Eletto è quasi alla Casa Bianca, non c’è spazio per i distinguo. Quindi, in conclusione: Meloni paga un prezzo all’Iran per liberare la Sala, ma guadagna prova certa dell’investimento che fa su di lei Donald Trump.
Non male, onestamente.

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