Roma, la Capitale ancora ci fa sognare per il suo passato
Un venerdì da incubo per Roma, seguito da un sabato di ordinario caos, anche grazie all’ennesima manifestazione contro il governo. Queste le ultime quarantott’ore della capitale d’Italia, una città che continua a vivere sulle spalle del suo glorioso passato assai più che sul suo modesto presente ed il suo incerto futuro. Tre fattori mettono Roma in ginocchio venerdì: i cantieri per il Giubileo, lo sciopero (con motivazioni surreali e vergognose, indicate con precisione da questo giornale) dei trasporti pubblici e la pioggia battente. Parliamo dei cantieri, fiore all’occhiello dell’amministrazione Gualtieri. Riconosciuta la buona volontà del sindaco, corre l’obbligo di usare parole di verità: arriviamo all’apertura della Porta Santa con l’acqua alla gola, nessun cantiere importante sarà completato in tutti i suoi aspetti. Non piazza Pia, che pure sarà inaugurata, perché i lavori del sottopassaggio non sono conclusi.
Nel caos romano alla ricerca del "Nulla"
Non via Ottaviano, già inaugurata, perché nell’area c’è ancora molto da fare. Non piazza dei Cinquecento, perché lo si vede a occhio nudo che molto resta da sistemare. Insomma, Roma ha davanti a sé almeno due anni buoni di cantieri ovunque, tanto vale dircelo una volta per tutte. Vogliamo parlare delle condizioni generali della città? Senza ombra di dubbio c’è un progresso rispetto all’epoca Raggi sulla raccolta dei rifiuti, ma da qui a dire che Roma è (dignitosamente) pulita c’è una bella differenza. Arriverà il termovalorizzatore? Avvio lavori previsto nella prima metà del 2025, entrata in funzione 2027. Progetto encomiabile e grande passo avanti (negli ultimi anni Ama ha speso alcune centinaia di milioni di euro per portare fuori regione i materiali da trattare), vedremo se le date saranno quelle.
La "passeggiata" flop dei violenti. E anche Conte si prende i fischi
Da tempo poi sappiamo che la fermata Colosseo della linea Cha perso la storica occasione di entrare in funzione per il Giubileo, se ne riparla a luglio 2025 (vallo a spiegare a uno straniero). Per il resto della linea abbiamo un orizzonte previsto, cioè il 2034. Quindi possiamo fare a meno di parlarne. E gli stadi? Anche qui si è molto lavorato di comunicazione, con un’orizzonte del 2027 per la Roma a Pietralata e 2028-2030 per la Lazio al Flaminio. Dovremmo dire molte cose su sicurezza, case occupate, condizioni del verde pubblico, potremmo continuare a lungo. Gli sforzi (anche dell’amministrazione) ci sono. Il risultato finale è lontano, lontanissimo, da un risultato accettabile. Roma continua a farci sognare per quello che era: riusciremo (da vivi) a sognare per il suo presente?