Oggi il vero lusso è il privilegio di essere assenti
E se il vero lusso fosse non esserci? Il privilegio di pochi, oggi, sembra diventata l’assenza, la possibilità di non esserci, di non dover per forza manifestare al mondo la propria esistenza ventiquattr’ore su ventiquattro. Il caso «Ferragnez» è la sublimazione di questa sindrome collettiva che, a ogni latitudine, ci impone di non staccare gli occhi dall’i-phone per leggere le ultime news, per commentare ogni post su Instagram, per replicare al cinguettio su X. Con intensità diverse, certo, la professione che svolgi incide sull’aspettativa sociale circa la tua presenza permanente e attiva, ma la sostanza non cambia neanche per le persone comuni, per i mestieri privi di risvolti pubblici.
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Della separazione tra Chiara Ferragni e Fedez, colpisce l’ansia dei protagonisti di esserci anche nel momento estremo della rottura familiare, di un progetto che si sgretola come un castello di sabbia, con due figli che presto dovranno abituarsi ai weekend alterni. Pure nell’abisso della sofferenza che tocca inevitabilmente l’uno e l’altra, i due non perdono tempo: lui compare a una sfilata di Donatella Versace, lei si apparecchia un’intervista (nell’intento) riparatoria sul Corriere e intanto si prenota un’ospitata chez Fabio Fazio (domande scomodissime, insomma). Si dice che i due fossero lontani da tempo, è verosimile che una donna ambiziosa e realizzata non abbia apprezzato i baci sul palco di Sanremo, la smania di esserci del marito che, un attimo dopo l’esplosione del caso giudiziario, si affretta a prendere le distanze dalla madre dei propri figli. Se la beneficenza farlocca, nelle parole di Chiara Ferragni, era imputabile a un «errore di comunicazione» (ripetuto, va detto), nel caso della separazione coniugale sembra di assistere a un profluvio verbale. E se stavolta fosse meglio stare zitti? D’altronde, un giorno i figli leggeranno quanto i genitori dicevano l’uno dell’altro, e potrebbero non apprezzare questo vociare scomposto, l’intimità familiare squadernata ai quattro venti. Essere fotografati e postati dal primo giorno in cui sono nati, in ogni singola giornata e gesto di bambini inconsapevoli, è già un carico ingombrante.