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Acca Larentia e saluto romano, la solita inutile caciara dei democratici

Davide Vecchi
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Ancora una volta la sinistra sbaglia mira, alza una inutile caciara e ottiene ciò che merita: l’ennesimo autogol. Dopo 11 giorni di sguaiati strepitii e piagnistei sul pericolo nero a loro avviso reso evidente dalla commemorazione ad Acca Larentia di tre giovani assassinati (delitto a oggi ancora impunito), ieri la Cassazione ha stabilito che fare il saluto romano non è reato né tanto meno equivale a evocare il ritorno del fascismo. E così Elly Schlein e compagni si sono resi nuovamente ridicoli con una polemica totalmente fuori luogo. Una polemica sterile che però ha messo in imbarazzo e diffamato l’Italia pure in Europa. La sinistra ha infatti preteso e ottenuto di affrontare il tema dei saluti romani ad Acca Larentia in seduta plenaria a Strasburgo. Un dibattito dal titolo roboante: «La lotta contro la rinascita del neofascismo in Europa, anche in riferimento alla parata che si è svolta a Roma il 7 gennaio», giorno della commemorazione. L’aula si è riunita martedì, tre giorni fa. Presenti solamente 20 europarlamentari. Tra i disertori proprio coloro che hanno preteso il dibattito. Presenti, invece, esponenti di Fratelli d’Italia e di quel centrodestra tanto condannato, criticato e aggredito. Ingiustamente, visti i fatti.

 

 

Come Nicola Procaccini, vicepresidente del gruppo Ecr al parlamento europeo, eletto nelle fila di Fratelli d’Italia. Che in aula c’era. Si è presentato. E ha espresso parole chiare, spiegando in primis cosa rappresenta la commemorazione di Acca Larentia, che si tiene da oltre 40 anni e “in questi oltre 40 anni al governo dell’Italia si sono succeduti partiti di ogni colore politico; primi ministri come Draghi e Conte, Craxi e Andreotti, Prodi eD’Alema. E la commemorazione di Acca Larentia è rimasta sempre uguale a se stessa. Solo il numero delle persone che fanno il saluto romano è cambiato. Oggi sono alcune decine, mentre in passato erano alcune migliaia. E quel saluto, così anacronistico, per certi versi anche grottesco, non ha neanche mai avuto il significato politico dell’apologia del regime fascista. Tanto è vero che quasi mai la magistratura vi ha ravvisato un reato, considerandolo per ciò che davvero è: un gesto funebre. Un gesto piccolo, all’interno di una tragedia troppo grande per essere dimenticata: quella di giovani ragazzi innocenti, massacrati dal terrorismo comunista» e ancora oggi rimasti senza giustizia. Parole espresse tre giorni fa a Strasburgo e involontariamente condivisi e confermate dalla Corte di Cassazione ieri.

 

 

Così non rimane che commiserare questa sinistra, incapace di esprimere una propria politica, un proprio percorso legislativo e valoriale, costretta a strumentalizzare eventi tragici del passato senza comprendere che sono i loro padri ad averli causati, a essersi sporcati le mani di quei tragici delitti, ad aver contribuito a inquinare, depredare, sporcare la Repubblica e invece di scusarsi osservando il silenzio, tenta di cambiare la realtà dimenticandole proprie responsabilità per aggredire il nemico, per alimentare un ingiustificato odio politico, confidando nelle frattaglie del populismo che ha generato il grillismo. Come è accaduto con il caso Apostolico una settimana fa, quando il tribunale ha confermato chela diffusione del video che riprendeva il giudice Apostolico manifestare contro la scelta del governo di fermare gli sbarchi non c’era alcun dossieraggio, come Pd and Company hanno ululato per settimane, e che Matteo Salvini proprio non c’entrava nulla. O come l’inchiesta su Anas, con Ciriani costretto a rispondere in aula l’ovvio: il ministro delle infrastrutture nelle carte neppure è citato, eppure la sinistra continuava ad accusarlo di ogni nefandezza possibile. Manca solo del freddo d’inverno e del caldo d’estate. Non si stupisca Schlein se il suo partito si ritrova a dover spartire il cibo con il Movimento 5 Stelle, se i Democratici- che dovrebbero essere la sintesi della storia secolare della sinistra italiana (poveri Gramsci, Togliatti, Berlinguer) – sono ridotti a considerare l’alleanza con i grillini una salvezza. Povera Italia. E poveri noi. Costretti a dire cose ovvie: commemorare con un saluto tre amici uccisi non è reato.

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